Il titolo che spaventa i consumatori

«Prezzi della frutta 40 volte sopra l’inflazione». «Solo allarmismo»

Il titolo che spaventa i consumatori
Coldiretti “spinge” sul titolo e trova “sponda” in molti media generalisti che alimentano allarmismo sui costi finali. “Il prezzo della frutta sale 40 volte l’inflazione”, è la frase di lancio del comunicato stampa diffuso ieri mattina dalla confederazione, prontamente ripreso da agenzie e testate giornalistiche che, in molti casi, hanno utilizzato pari pari il titolo ad effetto per presentare i rispettivi articoli. 

Un campanello d’allarme per i consumatori che trova solo un riscontro matematico nella realtà dei fatti e di cui, in questo momento, non si sente il bisogno. Tanto più che c’è chi ha “liberamente interpretato” scrivendo che i prezzi sarebbero aumentati del 40%. Non è così, e il testo dello stesso comunicato lo spiega bene: “Sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione, a marzo si evidenziano al dettaglio, nel carrello della spesa, aumenti sulla frutta del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%”. E già perché con l’inflazione arenata attorno allo zero, ci vuole poco per arrivare a incrementi apparentemente stratosferici che però, alla prova dei numeri, in queste proporzioni, sono assolutamente in linea con la situazione contingente: trasporti complicati, diversa organizzazione del lavoro nelle centrali ortofrutticole e nei punti vendita, ma anche, tanto per gradire, avversità climatiche che hanno falcidiato alcune produzioni.

Semmai sarebbe da analizzare come questo incremento si sia composto nei vari passaggi della filiera perché analizzando gli incrementi dei prezzi registrati sui mercati alla produzione, almeno stavolta, nel fare le spalle larghe e incassare gli aumenti trasferendoli solo in parte al consumo pare sia stata più virtuosa la distribuzione.




Il comunicato prosegue affermando che “l’aumento a un tasso superiore di 40 volte a quello dell’inflazione è un pericoloso segnale di allarme sullo sconvolgimento in atto sul mercato di frutta e verdura, con le difficoltà nelle esportazioni, la chiusura delle mense e dei ristoranti e la mancanza di lavoratori stranieri che alimentano anche speculazioni con compensi che, in molti casi, non coprono neanche i costi di produzione degli agricoltori”. 

E aggiunge: “quasi quattro aziende ortofrutticole su dieci sono in difficoltà anche per il cambiamento delle modalità di acquisto, con gli aumenti mensili di spesa che vanno dal +14% per la frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati che non hanno compensato le perdite all’estero e nella ristorazione”. E poi la richiesta di risolvere il problema della manodopera nei campi, sottolineata nella parte finale del comunicato. Che però - rilanciato in modo sensazionalistico - viene percepito dalla stragrande maggioranza dei consumatori come denuncia di speculazione da parte di una filiera in cui - fatte salve le inevitabili eccezioni - si sta lavorando sodo e con fatica per far arrivare sulle tavole degli italiani prodotti sicuri, di qualità, a un prezzo “plasmato" dalla legge della domanda e dell’offerta (forse con qualche centesimo in più per coprire gli investimenti in sicurezza e la minore fluidità del business determinata da Covid-19).



Nel pomeriggio Italmercati ha replicato con un comunicato teso a “smentire le notizie che circolano da giorni, amplificate nelle ultime ore, secondo cui i prezzi dell’ortofrutta sono fuori controllo”: “La settimana che si sta concludendo, successiva alla Pasqua, è stata caratterizzata da un rallentamento delle attività commerciali e di conseguenza anche i listini hanno subito una leggera flessione, soprattutto per alcune produzioni come l’asparago o le fragole”, si legge nella nota della Rete.

"Permane il problema dell’impatto dei costi di trasporto, in particolare dalla Sicilia ma anche dalla Spagna, a causa della difficoltà di compiere viaggi di ritorno a pieno carico - il commento del presidente Fabio Massimo Pallottini - ma ciò non porta certo a sconvolgimenti e non giustifica nessun tipo di allarmismo”. Dalla “Borsa della Spesa” realizzata insieme a Unioncamere e Borsa Merci Telematica emerge tra l’altro come "siano moltissimi i prodotti - dai piselli alle fragole, dalle fave alle lattughe - a evidenziare un ottimo rapporto qualità-prezzo”.

Scriviamo da settimane che occorre rassicurare consumatori già abbastanza spaventati, quando non angosciati, per evitare contraccolpi sui consumi. Visto l’andazzo, speriamo davvero di sbagliarci.

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