Il melone mantovano Igp verso la nuova stagione

I trapianti procedono con regolarità. Ma per giugno si teme la carenza di manodopera

Il melone mantovano Igp verso la nuova stagione
L'ondata di Bora di martedì scorso ha provocato diversi problemi a numerosi produttori di meloni e angurie del Nord Italia, con teloni e tunnellini volati via a causa dell'eccezionale forza del vento che, tra Bologna e Modena, ha superato la velocità di 80-90 km orari (clicca qui per leggere l’articolo). 

Anche in provincia di Mantova, alcune aziende hanno passato diversi giorni a lavorare per rimettere in ordine gli impianti, ma per fortuna non vi sono state problematiche di piantine sradicate. “I trapianti di meloni stanno procedendo in maniera regolare: questa è l’unica certezza sui cui adesso possiamo contare”, dice a Italiafruit News Mauro Aguzzi, presidente del Consorzio del Melone Mantovano Igp e produttore di Sermide, parlando delle prospettive in vista della prossima campagna che inizierà nella seconda metà di maggio, con volumi importanti attesi a partire da giugno.

“I ritorni di freddo e la bora delle scorse settimane - prosegue - per fortuna, non hanno provocato danni alle piante già messe a dimora. Le quantità di Melone Mantovano Igp da raccogliere e commercializzare ci saranno come da programma. Poi sappiamo bene come la buona riuscita del nostro lavoro dipenda sempre dall’andamento climatico”, precisa Aguzzi.


Mauro Aguzzi

"Quest'anno nuovi produttori si sono iscritti al regime dei controlli per l'Igp e pensiamo quindi che essi inizieranno a commercializzare i frutti di melone retato con fetta, liscio e retato senza fetta con il marchio di indicazione geografica".

L'Igp garantisce l’origine del Melone nella provincia di Mantova, tra Sermide, Rodigo e Viadana, e in alcune aree limitrofe delle province di Cremona, Modena, Bologna e Ferrara. Qui si trovano terreni particolarmente vocati, profondi e permeabili, che garantiscono un alto contenuto di potassio e sodio. A livello di gusto, la caratteristica è la dolcezza: non meno di 12 gradi brix sono consentiti perché il melone possa fregiarsi della garanzia di origine. 

"In questa campagna, rispetto a quella precedente, avremo sicuramente una incognita in più che si chiama manodopera, viste le attuali difficoltà a reperire operai stranieri dell'Est Europa - conclude il presidente Aguzzi - Per il comparto melonicolo del Nord il rischio maggiore potrebbe esserci nel mese giugno, quando oltre alla raccolta bisognerà terminare i trapianti per le produzioni tardive che si raccoglieranno a settembre”.



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