«Niente contrapposizioni tra italiani e migranti»

Il ministro Bellanova e l'attivista Soumahoro a confronto sulla manodopera

«Niente contrapposizioni tra italiani e migranti»
Se fino ad oggi il settore agricolo italiano ha potuto contare fin troppo facilmente sulla manodopera straniera, con il blocco delle frontiere determinato dalla pandemia, lo scenario è stato stravolto. La gestione del lavoro nei campi e della regolarizzazione dei pochi stagionali esteri presenti è diventato un problema all’ordine del giorno, che risuona anche nei programmi di approfondimento della televisione nazionale.
 
“Lo Stato non deve investire risorse per tenere chiusi i luoghi di lavoro ma per finanziare chi in questi mesi si è fatto carico di garantire normalità alle nostre famiglie, permettendoci di non cambiare abitudini alimentari”. Così è intervenuto il ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova, durante la trasmissione “Che tempo che fa” andata in onda domenica scorsa su Rai2, con il chiaro l’intento di puntare l’attenzione sull’importanza strategica della filiera agroalimentare italiana.


 
Alla trasmissione ha partecipato anche l’attivista sociale e sindacale del coordinamento agricolo Usb Aboubakar Soumahoro, che ha individuato come principali problematiche del settore agricolo la mancanza di un salario dignitoso e di abitazioni decorose, oltre una necessaria regolarizzazione del lavoro. “In un momento di guerra come quello attuale – ha detto Soumahoro – è urgente salvare vite umane e regolarizzare tutti, indipendentemente dall’utilità di mercato. Un po’ come fanno i medici quando salvano vite umane, di certo non guardano ai documenti di provenienza o a certificati di reddito”.

Un appello a cui Bellanova ha risposto sottolineando l’impegno del governo per far lavorare tutti in maniera legale, senza creare contrapposizioni tra italiani e migranti. “Dobbiamo rendere possibile sia il lavoro degli italiani che danno la propria disponibilità, compatibilmente con il reddito di cittadinanza e con le altre forme di sussidi, e allo stesso tempo non inibire la possibilità di lavoro agli immigrati che sono in Italia. E’ fondamentale che lo Stato si faccia carico della vita dei braccianti, per evitare che diventino obiettivo della criminalità organizzata”.
Tra gli impegni statali elencati dal ministro anche quello di garantire il funzionamento della filiera agroalimentare attraverso la produzione di cibi a costi sostenibili per gli imprenditori e la loro vendita con prezzi accessibili a tutti i cittadini.

Un processo di valorizzazione delle filiera che dovrebbe interessare tutti, dal momento in cui “l’82% dei braccianti sono di origine italiana” ha detto Soumahoro. L’attivista ha concluso il suo intervento con una critica ai comportamenti eccessivamente accentratori della Gdo.
Bellanova, invece, ha terminato elencando le misure adottate dal Governo per il settore, tra cui la norma contro le pratiche sleali e l’attivazione di un tavolo “per fare interloquire la filiera agroalimentare e superare le divisioni, creando le condizioni per il suo sviluppo, nel rispetto della dignità delle persone a prescindere dal colore della pelle”.

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