«I prodotti sfusi? Sicuri come quelli confezionati»

Secondo la società agricola Milella è fondamentale educare i consumatori

«I prodotti sfusi? Sicuri come quelli confezionati»
“Durante l’emergenza Covid abbiamo riscontrato una maggior richiesta di referenze confezionate perché ritenute più igieniche rispetto ai prodotti sfusi e, a livello di packaging, sono stati privilegiati i materiali plastici anzichè che quelli sostenibili. Questi trend partono da un’errata considerazione dei prodotti sfusi, su cui è doveroso un ragionamento”.
A dirlo a Italiafruit è Angelo Milella, responsabile commerciale della società agricola Milella, azienda barese estesa su 200 ettari e attiva nella produzione, trasformazione e commercializzazione di una vasta gamma di prodotti ortofrutticoli pugliesi.

“Al consumatore finale – continua – deve arrivare forte e chiaro un messaggio: da sempre noi aziende agricole siamo obbligate ad adempiere alle norme igieniche sia per prodotti confezionati che in quelli sfusi come prima gamma o prima gamma evoluta. Lo affermo alla luce delle polemiche che si sono scatenate in questo periodo, i prodotti sfusi sono sicuri tanto quanto quelli confezionati. Se i consumatori preferiscono acquistare merce sfusa, e risparmiare un po’, è giusto che lo facciano sentendosi tranquilli: gli standard igienici sono rispettati in ogni caso”.



Altre conseguenze del Coronavirus

In termini di volumi di lavoro, durante l’emergenza l’azienda ha riportato un andamento altalenante per le forniture alla Gdo. “A inizio epidemia, nel pieno caos della corsa al supermercato, abbiamo registrato un incremento degli ordini – commenta Milella – che via via si sono assestati con il ridimensionamento dell’ermergenza. Anche se spesso siamo stati messi alla prova, dobbiamo ritenerci fortunati perché il nostro settore ha continuato a lavorare, seguendo l’aumento richieste di fornitura da parte della Gdo”.
“Di sicuro la Gdo ci ha dato un buon supporto – continua – perché ha snellito il reparto ortofrutta, preferendo puntare su meno referenze e diminuendo il nostro carico di lavoro. Se generalmente i banchi offrivano fino a dieci referenze, in emergenza sono state ridotte a sei: da parte nostra, abbiamo eliminato alcune referenze di nicchia, come il cavolo nero e le puntarelle in vaschetta da 250 grammi, dimezzando le tempistiche di confezionamento”.



“Tutt’oggi continuiamo a lavorare con i dispositivi di protezione individuale - continua – che comportano ovviamente maggiorazioni di costo, in aggiunta ai soliti dispositivi previsti dai protocolli di sicurezza. A livello di manodopera non abbiamo riscontrato particolari problematiche e non abbiamo dovuto inserire turnistiche ad hoc: ci siamo trovati ad affrontare l’emergenza durante la chiusura della stagione delle orticole, quando il personale era già ridotto. Se ci fosse capitato nel pieno della campagna dell’uva da tavola, la gestione sarebbe stata ben più difficile”.
“Commercializziamo anche con la Gdo estera – conclude – e con loro qualche problema c’è stato: a inizio emergenza la merce italiana non era vista di buon occhio e preferivano non ritirarla. Per fortuna dopo poco la situazione si è risolta”.

Patate, in arrivo una campagna discreta




Dopo aver chiuso con la campagna delle orticole e degli ortaggi a foglia, a partire dalla prossima settimana la società agricola Milella si prepara ad affrontare una campagna delle patate novelle che si prospetta “discreta, considerando le problematiche causate dai disagi atmosferici che abbiamo avuto, come le gelate”, dice il commerciale.
E aggiunge: La campagna è in ritardo di circa 25 giorni e, oltre ad aspettarci un mancato raccolto per parte delle primizie, prevediamo anche una riduzione delle rese. Almeno dal punto di vista dei prezzi, ci aspettiamo una stabilizzazione”.
“In ogni caso - dice - non potremo mai arrivare ai livelli dello scorso anno, quando la campagna si è rivelata ottima, con prezzi che non si vedevano da parecchio. Quest’anno le rese saranno quasi dimezzate: se solitamente un ettaro produce 350 quintali, quest’anno non si otterranno più di 200 quintali”. I mesi estivi di agosto e settembre saranno invece dedicati alla produzione di cocomeri e baby angurie senza semi.



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