Albicocche e ciliegie, quando aumenteranno i volumi?

Il punto dal Casertano. Calviati: «I prezzi ci soddisfano ma abbiamo perso il 50% degli stagionali»

Albicocche e ciliegie, quando aumenteranno i volumi?
La produzione di albicocche e ciliegie scarseggia in questa fase iniziale della campagna drupacee. Una situazione che è comune a molti areali frutticoli del nord ma anche del sud, come ad esempio la zona vocata del Casertano

Secondo quanto riferisce a Italiafruit News l’imprenditore ortofrutticolo Salvatore Calviati, operante proprio nel bacino casertano, “i volumi delle varietà precoci di albicocche sono molto inferiori alle medie storiche, principalmente a causa delle gelate tardive. Nelle scorse settimane, però, anche la pioggia e il vento forte hanno creato problemi”.

“Adesso abbiamo poca produzione e in generale sta mancando un po’ il sapore dell’albicocca - sottolinea - Tra 10-15 giorni, quando raccoglieremo Orange Rubis, una delle cultivar più coltivate nel nostro areale, la situazione dovrebbe migliorare a livello produttivo ma soprattutto qualitativo”. 



Per quanto riguarda le ciliegie precoci, un articolo che l’azienda Calviati compra da coltivatori locali, “non si riscontrano problemi sulla qualità. Una decina di giorni fa ci sono stati attacchi anomali della Drosophila suzukii e della mosca del ciliegio, che per fortuna sono subito rientrati. Le raccolte dovrebbero aumentare dopo i prossimi 5 o 6 giorni, anche se le rese dell’annata sono mediamente basse”.

Per ora, i prezzi alla produzione di albicocche e ciliegie sono “abbastanza remunerativi”, secondo l’imprenditore campano che, a causa del coronavirus, ha perso per strada circa 25 lavoratori stagionali rispetto all’annata precedente, ovvero il 50% del totale. “Noi coltiviamo circa 40 ettari di produzioni ortofrutticole. Come altre aziende agricole della zona stiamo rivedendo il nostro orientamento colturale, in quanto non possiamo rischiare di non raccogliere nel momento opportuno prodotti come le drupacee, il melone, la fragola e il fagiolino. Ecco perché quest’anno abbiamo deciso di piantare 5 ettari di patate e altri 7 di pomodoro da industria”.

“Per come la vedo io, il Governo dovrebbe stimolare maggiormente l'accesso dei giovani al lavoro agricolo. Ciò può essere fatto solo migliorando le condizioni lavorative e salariali previste oggi nel nostro settore. Che però, a loro volta, dipendono strettamente dalla redditività delle aziende agricole", conclude Calviati.



Copyright 2020 Italiafruit News