«La Trentina vicina al territorio anche in piena crisi»

«La Trentina vicina al territorio anche in piena crisi»
Con l’inizio della fase 2, tutte le attività chiuse a causa delle restrizioni governative per rallentare il diffondersi della pandemia, piano piano stanno riaprendo. La Trentina, invece, non ha mai fermato la propria attività, rispettando l’impegno di fornire con regolarità i propri prodotti ortofrutticoli all’intera collettività. Il lockdown ha segnato cambiamenti delle abitudini di cittadini e aziende. In questo contesto così delicato e complesso, il Consorzio ha saputo fin da subito ripensare totalmente il proprio modo di lavorare, mettendo in atto tutte le misure di sicurezza necessarie alla tutela della salute dei propri soci e dipendenti: dispositivi di sicurezza dedicati, stop alle trasferte del personale, posizionamento di barriere mobili all’interno di uffici, sale di lavorazione per evitare i contatti e lavoro scaglionato su più turni per tutti gli operatori della filiera. Queste sono solo alcune delle soluzioni realizzate con l’obiettivo di tutelare le persone. 

Non solo, La Trentina ha riorganizzato il lavoro dei propri dipendenti, adottando quando possibile lo smart working, mettendo a disposizione in alternativa misure che hanno favorito la conciliazione lavoro-famiglia, tenendo in considerazione le difficoltà oggettive di gestione, specie per i nuclei numerosi. Infine, sono stati recentemente installati i termoscanner per controllare la temperatura corporea di chiunque acceda all’interno della sede e delle sale di lavorazione ed è stata attivata, una copertura assicurativa straordinaria, ulteriore garanzia di sicurezza per il personale.



"La Trentina ha reagito tempestivamente alla situazione d’emergenza, dimostrando capacità di adattamento e grande flessibilità. - ha dichiarato in merito Rodolfo Brochetti, presidente del Consorzio La Trentina – Abbiamo saputo mantenere l’approccio determinato che da sempre ci contraddistingue, garantendo un servizio continuativo alla popolazione, ma soprattutto siamo rimasti vicini e solidali verso il nostro territorio. Ne è esempio il supporto alla commercializzazione dell’asparago di Zambana, che con la chiusura del canale ristorazione durante l’emergenza sanitaria, rischiava una stagione di invenduto, stagione che al contrario, grazie alla lavorazione nelle nostre sale e alla struttura commerciale e marketing di Apot, da noi messa a disposizione, risulterà molto positiva.”

In tempo di Covid-19, La Trentina non ha infatti dimenticato il valore delle proprie produzioni autoctone, tutelando la vendita dell’asparago bianco di Zambana, eccellenza di altissimo pregio della natura trentina. In accordo con il Comune di Zambana, il Consorzio ha messo a disposizione la propria struttura produttiva, marketing e commerciale per far sì che il prodotto potesse venir lavorato e commercializzato nonostante il periodo di emergenza, che ne ha impedito la vendita in piccoli chioschi a bordo strada, solitamente svolta in modo autonomo dai produttori negli anni precedenti. 

Per La Trentina “presenza sul territorio”, a maggior ragione in questo particolare momento, si traduce quindi in partecipazione, senso di appartenenza e di responsabilità, concetti che si esprimono perfettamente anche nella donazione di 500.000 euro alla Sanità Trentina, devoluta a marzo insieme al Consorzio Melinda per l’acquisto di attrezzature sanitarie e mediche. 

Fonte: La Trentina