Vendite per mq, Esselunga campione del mondo

Report Mediobanca: volano i discount, nel food la distribuzione moderna vale il 74,5%

Vendite per mq, Esselunga campione del mondo
Con 15.794 euro di ricavi per metro quadro, Esselunga è il gruppo della distribuzione più efficiente nello scenario internazionale, davanti all’olandese Ahold Delhaize (14.161 euro per mq), alle britanniche J Sainsbury (13.774 euro) e Tesco (10.690 euro) e alle australiane Woolworths (10.133 euro) e Wesfarmers (9.987 euro). E’ quanto emerge dall’analisi dell’area studi di Mediobanca diffusa nei giorni scorsi e relativa al 2018. 

Alle spalle della società italiana anche le cooperative svizzere Migros (9.891 euro) e Coop Group (8.364 euro), la spagnola Mercadona (9.069 euro), le cooperative italiane Coop (6.036 euro) e Conad (5.840 euro), le tedesche Rewe (5.384 euro) ed Edeka (4.743 euro). Mediobanca sottolinea peraltro che sul mercato belga della ex Delhaize, il Gruppo olandese Ahold Delhaize realizza le vendite in assoluto maggiori pari a 18.132 euro per mq e che la media internazionale è superiore a quella italiana: 7.074 euro per metro quadro contro 6.452.



Per Mediobanca il sistema distributivo tricolore resta connotato da precisi limiti strutturali il cui superamento potrebbe essere accelerato dalla crisi sanitaria del primo semestre del 2020. Le previsioni formulate prima della pandemia indicano, fino al 2023, un’espansione media annua dell’1,7% rispetto a valori ampiamente superiori al 2% per i maggiori mercati europei, con punte del 2,8% per il Regno Unito e del 2,9% per la Germania. 

Anche la quota di vendite on-line, prima dell’accelerazione impressa dalla pandemia, vedeva l’Italia giungere al 2023 con una quota del 3%, lontana dai Paesi leader quali Uk (7,9%) e Francia (6%). Il mercato italiano abbina inoltre alla sua modesta dinamica complessiva un elevato livello di frammentazione: il fatturato dei primi tre top retailer rappresenta circa il 42% del totale
rispetto al 61% della Germania, al 59% dello Uk e al 56% della Francia. Solo la Spagna
presenta una parcellizzazione comparabile a quella italiana.



Nel 2018 il fatturato aggregato dei maggiori operatori della Gdo italiana, rappresentativi di circa il 95% del mercato della Gdo nazionale a prevalenza alimentare, si è assestato a 84,3 miliardi di euro (al netto di Iva), segnando un incremento dell’1,9% sul 2017, la minor crescita dal 2015, mentre l’incremento delle vendite non è andato di pari passo con quello dei margini.

Le catene di discount hanno realizzato tra il 2014 e il 2018 la maggiore crescita media annua delle vendite, pari al 7,8% (+8,1% nel solo 2018). La distribuzione organizzata è stata molto dinamica con vendite in crescita del 5,3% medio annuo dal 2014 (+3,5% nel 2018). Conad, prosegue il report Mediobanca, ha realizzato dal 2014 una crescita media annua del 3,5% (+2,8% nel 2018), mentre le Coop hanno segnato nel periodo una flessione media del giro d’affari dello 0,2% (-4% nel solo 2018). Stabile il fatturato della grande distribuzione in lieve crescita dello 0,3% medio annuo dal 2014 (-0,4% nel 2018, prima flessione nel quadriennio). 

Scendendo nel dettaglio dei singoli operatori, i maggiori incrementi delle vendite nel 2018 hanno interessato le catene discount Lidl Italia (+9,1%), Eurospin (+7,7%) e Lillo-MD (+7,1%), oltre al consorzio Agorà (+7,5%). Anche considerando la crescita media annua dal 2014, il quadro non cambia con l’eccezione del consorzio Crai che registra incrementi pari all’8,1%, subito dopo Lidl Italia (+8,8%) e prima di Eurospin (+8%). 



Supermarkets Italiani (Esselunga) detiene il primato quanto a utili netti cumulati nel periodo 2014-2018: con 1,3 miliardi precede Eurospin con 924 milioni, Conad con 850 milioni e Selex con 714 milioni. Se si rapportano gli utili cumulati nel periodo alla consistenza dei mezzi propri iniziali, i discount non hanno concorrenti: il gruppo Lillo-MD ha accumulato utili pari a 3,2 volte il patrimonio netto iniziale, Lidl ed Eurospin, rispettivamente, a 1,7 e 1,5 volte. Tutti gli altri operatori hanno multipli inferiori all’unità. 

Il mercato dei consumi alimentari italiani ha sviluppato nel 2018 un giro d’affari pari a 139,3 miliardi, pari al 12,9% dei consumi complessivi. Si tratta della quota più elevata tra i maggiori Paesi europei che vedono la Francia al 12%, la Spagna all’11,3%, la Germania al 9,5% e lo UK al 6,9%. Per l’Italia e per tutte le altre nazioni la porzione di spesa complessiva destinata ai consumi alimentari è in progressiva riduzione: nel 1995  valeva il 15,8% in Spagna, il 15,5% in Italia, il 13,2% in Francia, il 10,1% in Germania e l’8,4% nello Uk. 

Sempre nel settore alimentare la quota della distribuzione moderna è attestata al 74,5%, mentre nel non-food scende al 46,5%. La Gdo alimentare in Italia resta uno tra i mercati più atomizzati in Europa: i primi cinque operatori si spartiscono poco più della metà del mercato (51,8%) mentre in Paesi come la Germania, la Francia e il Regno Unito la quota è compresa tra il 75% e l’80%.

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