Mosca orientale della frutta, cessato allarme

Il Servizio fitosanitario della Campania «chiude» il focolaio e stoppa il Piano d'azione

Mosca orientale della frutta, cessato allarme
Il Servizio fitosanitario regionale della Campania "chiude" il focolaio di mosca orientale della frutta e pone in archivio lo stato di emergenza fitosanitaria per la regione. Sul sito web dell’assessorato Agricoltura della Regione Campania, proprio nelle pagine del Servizio fitosanitario regionale si rinviene uno stringato comunicato, titolato “Mosca orientale della frutta: conclusione del periodo di attuazione del Piano di azione”.

Breve il testo a seguire: “Si comunica che con Decreto dirigenziale regionale n. 50 del 13 maggio 2020, alla luce delle risultanze dei monitoraggi effettuati dal personale del Consiglio nazionale per le ricerche – Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Portici (Napoli), nonché dal personale del Servizio fitosanitario regionale, si è stabilito di dover concludere il periodo di attuazione del Piano d’azione per la Bactrocera dorsalis”.

Si dissolve così un'emergenza che avrebbe potuto essere ben più grave di quella che ancora oggi gli agricoltori stanno vivendo con la cimice asiatica, perché la mosca orientale della frutta è in grado di attaccare quasi tutta la frutta (sia pomacee che drupacee), gli agrumi e gli ortaggi con polpa, per un totale di oltre 300 specie. In più questo dittero tefritide è molto vorace e si riproduce velocemente: a 30 °C il ciclo da uovo ad adulto può durare 9 giorni e una femmina può produrre anche 3mila uova.
 
Il decreto dirigenziale del Servizio fitosanitario n. 50/2020
Il Decreto, firmato dalla dirigente del Servizio fitosanitario regionale, Daniela Carella, è stato già trasmesso al Servizio fitosanitario centrale del ministero delle Politiche agricole ed ai componenti dell’Unità di crisi, innescando l’avvio delle procedure di notifica alla Commissione europea attraverso il sistema Europhyt della chiusura del focolaio di Bactrocera dorsalis.

Nel merito della vicenda, il decreto dirigenziale n. 50/2020 spiega, che in oltre un anno di ricerche: “dall’analisi dei dati in Sistema informatizzato di monitoraggio fitosanitario emerge che sul territorio regionale non ci sono state catture di B. dorsalis mentre nella zona di Pama Campania, durante l’anno 2019 ci sono state alcune catture di soggetti maschi di B. dorsalis, sempre geneticamente differenti fra di loro. Tali catture non risultano impattanti sul Piano di azione”. Questo perché solo la eventuale ed associata cattura di femmine, in grado di ovideporre, o di maschi geneticamente affini, segnale di una riproduzione in situ, sarebbe stata rilevante.

Inoltre nel decreto si rileva: “Non sono emersi elementi che inducano a pensare ad una presenza o ad una potenziale presenza di una popolazione stabile della mosca in questione in Campania”. Le ultime catture - definite quali mere incursioni - erano state effettuate in ambiente aeroportuale, nei bagagli di persone provenienti da Paesi dove Bactrocera dorsalis è endemica.
 
Storia dell’emergenza mosca orientale della frutta  
L’allarme era stato reso noto al pubblico solo dalla fine del 2018: il 29 dicembre di quell’anno la presidenza della Regione Campania aveva annunciato che con delibera di giunta n. 889/2018 votata il giorno precedente “la Regione ha riconosciuto, ai sensi della legge regionale n. 4 del 28 marzo 2002, lo status di emergenza fitosanitaria per la mosca orientale della frutta sul territorio regionale”.

Ma la segnalazione alla Commissione Ue da parte di Regione Campania sulla presenza della mosca orientale della frutta, insetto da quarantena, era già arrivata il 10 dicembre 2018, a seguito della pubblicazione il precedente 3 dicembre sulla rivista specializzata internazionale Insects (2018,9,182) dell’articolo in cui gli entomologi agrari italiani parlano del ritrovamento di sette individui maschi adulti di Bactrocera dorsalis in due trappole tra settembre e ottobre 2018.

La delibera di giunta 889/2018 aveva inoltre istituito un’Unità di crisi e individuato una “zona delimitata” del raggio di 8 chilometri – 389 chilometri quadrati - nella quale ricadevano sette comuni della provincia di Avellino, 23 comuni in provincia di Napoli e 21 in provincia di Salerno. Infine la delibera, in attuazione del principio di precauzione, disponeva che, nel caso di ritrovamento anche di un solo adulto nelle trappole o di altre forme vitali nei frutti o nel terreno, “venga assicurato il controllo obbligatorio di specie ospiti prima della movimentazione di frutti e ortaggi destinati al di fuori della “zona delimitata”".

Era inoltre stata disposta la redazione di un apposito Piano di azione per supportare le misure di contenimento, che sarebbe stato poi definitivamente ratificato con Decreto dirigenziale n. 36 del 3 aprile 2019, e con tanto di approvazione da parte del Comitato fitosanitario nazionale anche del Piano di sorveglianza e del Piano di emergenza, tutti documenti redatti per fronteggiare la diffusione di Bactrocera dorsalis, sulla base dei ritrovamenti avvenuti in Campania.

Autore: Mimmo Pelagalli 

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