Spagna, i produttori regalano angurie e pomodori

Prezzi bassi, distorsioni di filiera, tanto import: manifestazione a Granada

Spagna, i produttori regalano angurie e pomodori
Duecento quintali di ortaggi regalati per protestare contro i corrispettivi "da fame" con cui viene pagata la materia prima nei campi: i produttori spagnoli tornano a far parlare di loro con un'iniziativa eclatante che si è svolta venerdì e sabato scorsi davanti a un supermercato di Motril (Granada). Cetrioli, pomodori e soprattutto angurie - nel vortice di una stagione fin qui disastrosa, con prezzi all'origine di pochi centesimi - sono stati regalati ai consumatori, adeguatamente informati del motivo della protesta con cartelli e a voce: nel mirino, il differenziale tra le quotazioni a monte e a valle di una filiera in cui, hanno spiegato i contestatori, aderenti all'Union of indipendente Farmers (cui fanno riferimento le foto rilanciate da Velancia Fruits), esistono enormi discrepanze.



No all'importazione massiva dai Paesi terzi senza controlli: questo uno degli slogan della manifestazione che in precedenza si era svolta con le stesse modalità anche a El Ejido, vicino ad Almería.

Le importazioni dai Paesi terzi sono cresciute in maniera esponenziale negli ultimi anni, stimolate degli accordi per la liberalizzazione degli scambi dei prodotti agricoli. Nel dettaglio, gli arrivi dei prodotti dal Marocco sono lievitati in dieci anni del 164%, passando dalle 151.059 tonnellate del 2009 alle 399.519 tonnellate del 2018. Le importazioni spagnole di peperoni sono invece aumentate del 210% raggiungendo le 52.800 tonnellate, quelle di pomodoro del 200% (63.300 tonnellate) e quelle di fagiolini del 38% (87.500 tonnellate). E non è raro, denunciano gli agricoltori iberici, che i prodotti, su cui viene chiesta una maggiore sorveglianza per i potenziali rischi legati a partite contenenti sostanze vietate, vengano ri-etichettati con brand locali.  

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