«Limite al contante, rischiamo di perdere clienti»

Da mercoledì soglia a 2mila euro, i grossisti non ci stanno: i commenti

«Limite al contante, rischiamo di perdere clienti»
Stop ai pagamenti cash sopra i 2mila euro e per i grossisti - soprattutto quelli che lavorano assiduamente con l'estero - si profila un problema in più. Da mercoledì prossimo scatta la disposizione che riduce la soglia - ora fissata in 3mila euro - oltre la quale si applica il divieto di trasferimento del contante fra soggetti diversi, come previsto dal decreto legge 124 del 2019; a decorrere dal gennaio 2022 sarà ulteriormente abbassata a mille euro.

Rimane confermata la disposizione che eleva a 15mila euro il limite per i pagamenti in contanti per l'acquisto di beni e di prestazioni di servizi legati al turismo effettuati da persone straniere, ma al settore ortofrutticolo poco importa.



"Un provvedimento che avrà ripercussioni soprattuto su chi lavora nei mercati transfrontalieri, sono ancora molto i clienti, soprattutto dell'Est Europa, che preferiscono transare con il contante - commenta il presidente nazionale Fedagro Valentino Di Pisa (foto sopra) - Più in generale è l'ennesima misura deludente da parte di un Governo che non ha a cuore le imprese: con la crisi che morde il Paese le priorità dovrebbero essere ben altre, in questo momento si sarebbe potuto mettere in standby l'abbassamento del limite del contante - che sicuramente non risolve il problema dell'evasione - per adottare misure di rilancio, per mettere soldi in tasca ai cittadini". 

"I tremendi dati dell'economia, con le stime del Pil che parlano di crollo a doppia cifra - incalza Di Pisa - non trovano risposte in adeguate contromosse; gli Stati Generali non hanno prodotto nulla di buono, non c'è un progetto per la ripartenza, mancano visione e innovazione, il piano Colao è finito nel cassetto. Bisogna dare ossigeno all'economia, ancora paralizzata, prima sia troppo tardi. Una delle misure che auspico è lo stop allo smart working, elemento frenante dei consumi oltre che della socialità".



Esprimono perplessità e lanciano una proposta i grossisti di Fedagro Padova, che operano nel Centro agroalimentare più export oriented del Paese, strettamente interconnesso con l'Est europeo: "In controtendenza sull’uso sempre più diffuso del contante di Paesi europei - con un +80% in Germania e valori simili in Austria, ma anche extra Ue - una decisione del genere ci lascia perplessi. I clienti che sono tornati in Italia dopo l'eliminazione della soglia dei mille euro e dopo l'apertura delle frontiere causa Covid19, oggi stanno iniziando a valutare l'ipotesi di cercare nuovi mercati perché tale disposizione rappresenta una forte limitazione alle loro attività imprenditoriali ed alle loro consuetudini. Trovarsi a competere con questi attori, per chi fa export è quindi molto difficile all'interno di un contesto nazionale già complicato di suo a causa degli effetti della pandemia".

"Una soluzione adeguata per chi ha rapporti con clienti esteri - sottolineano ancora da Fedagro Padova -  sarebbe quella di individuare una manovra semplice di esenzione a fronte di fattura emessa senza alcuna soglia, o comunque fino a 3mila euro".



"La limitazione comporterà problemi ai grossisti di Veronamercato, che servono clienti provenienti dall'Est Europa, abituati ad acquistare in contanti", fa presente anche il direttore del Centro agroalimentare veronese, Paolo Merci (primo a destra nella foto). E spiega: "La preferenza al cash è legata al fatto che c'è chi non si fida degli assegni, mentre i bonifici potrebbero arrivare in ritardo o non arrivare per niente e le transazioni con carta di credito e bancomat hanno spesso tetti insufficienti rispetto al valore dell'ortofrutta acquistata".

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