Lockdown in Costa d'Avorio, export di anacardi a rischio

Il flusso dell'oro grigio dello Stato africano al rallentatore: operatori preoccupati

Lockdown in Costa d'Avorio, export di anacardi a rischio
Il flusso dell'oro grigio della Costa d'Avorio rischia di fermarsi: a causa delle misure di parziale lockdown dello Stato africano le esportazioni di anacardi stanno rallentando. E la produzione ivoriana di questo frutto – che si aggira sulle 900 mila tonnellate annue – è la principale al mondo. Come ha raccontato un recente servizio pubblicato dal quotidiano francese Le Monde, l'isolamento sta mettendo in ginocchio i prodotturi di anacardi della Costa d'Avorio, ma sta anche mettendo in apprensione gli operatori di frutta secca: per disponibilità e prezzi.
Il primo produttore al mondo di anacardi ha un problema soprattutto logistico. Il giornale francese racconta come tra il principale centro di produzione del Paese, Tiébissou, e il porto di Abidjan, da dove la merce prende le varie strade dell'export, c'erano tre ore e mezza di tragitto. Un tragitto che ora si è trasformato in un percorso di guerra. Le misure collegate al lockdown sono state sfruttate dalla malavita per rallentare il flusso di merce e sarebbero in crescita gli episodi di corruzione. Inoltre, come ricorda il responsabile di una cooperativa locale al quotidiano Le Figaro, “gli anacardi non sono considerati un bene di prima necessità, è difficile passare”.



La Costa d'Avorio trasforma soltanto il 10% della sua produzione di anacardi, mentre il grosso della materia prima è spedito all'estero, soprattutto verso i Paesi asiatici (Cina, India e Vietnam): la filiera ivoriana è bloccata e sotto pressione, con i container pieni di prodotto che non partono dal porto di Abidjan, la cui attività è in calo del 15% rispetto allo scorso anno. Nelle ultime settimane qualche cosa è cambiato. I rapporti con l'Asia sono ripresi ma le difficoltà continuano, soprattutto sotto il fronte della liquidità.

Questa situazione si riflette anche sui prezzi. C'è una quotazione ufficiale – fissata dallo Stato in  484 franchi Cfa (75 centesimi di euro) al chilo al porto e a 400 franchi al chilo pagati al produttore – ma i produttori dicono di non prendere più di 300 Cfa al chilo. La pandemia ha accelerato la caduta dei prezzi, che prosegue dal 2017. Per provare a invertire la tendenza, come misura speciale per affrontare la crisi generata da Covid-19, le autorità della Costa d'Avorio hanno disposto uno funanziamento di circa 230 milioni di euro per sostenere le colture agricole di esportazione, anacardo in primis, ma i produttori aspettano ancora di ricevere le risorse.

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