La Sicilia rilancia i Distretti

Cinque su 13 sono dedicati alle eccellenze isolane: agrumi, ficodindia, orticole, frutta secca

La Sicilia rilancia i Distretti
La Sicilia rilancia i distretti: la consegna dei decreti da parte dell’assessorato regionale alle Attività produttive ha sancito, ieri a Palermo, la fine dell’iter di riconoscimento. In tutto sono 13, cinque dei quali dedicati all'ortofruttanel catanese il distretto Agrumi di Sicilia (55 imprese aderenti) e del Ficodindia di Sicilia (66 aziende); nel ragusano il distretto orticolo sud-est Sicilia (86 imprese); nel nisseno il distretto Frutta secca di Sicilia (93 imprese); nel Siracusano, infine, il distretto ortofrutticolo di qualità (83 realtà aderenti).



Istituiti dalla Regione 15 anni fa, hanno l’obiettivo di far lavorare le filiere produttive attraverso sistemi integrati in grado di darsi una programmazione a livello territoriale, il tutto incentivato con specifici fondi. "Nel 2017 quando mi sono insediato ho trovato una situazione davvero critica – ha detto l’assessore alle attività produttive Mimmo Turano – in quanto il sistema dei riconoscimenti era praticamente bloccato e non si era proceduto ai rinnovi o a nuove istituzioni determinando una sorta di limbo". In quell'anno tra i dieci distretti del settore agroalimentare e pesca esistenti, solo due avevano presentato richiesta di rinnovo: il Distretto Agrumi e il Distretto del Ficodindia di Sicilia che raggruppa produttori da Belpasso, Roccapalumba, Santa Maria Del Belice e San Cono.



"Da allora la Regione - ha rivendicato l'assessore - ha messo in campo strumenti amministrativi necessari per far ripartire i distretti cambiando l'iter per il riconoscimento e puntando anche ad un sostanziale riordino che ci ha permesso di evitare doppioni e sovrapposizioni all’interno delle filiere”. Per favorire il dialogo, è stato istituito un ufficio per i distretti insediato nel dipartimento Attività produttive mentre sarà riattivata la Consulta dei Distretti, organismo di coordinamento e concertazione: "Non vogliamo limitarci a far ripartire il sistema ma siamo intenzionati a dargli nuova vitalità”. La durata del riconoscimento infine, passerà da tre a cinque anni.

Copyright 2020 Italiafruit News