Pomodoro, la Turchia fa la voce grossa

Exploit di vendite nei Paesi Ue, dove calano produzione ed export. I dati per il 2020

Pomodoro, la Turchia fa la voce grossa
Meno produzione ed export; più importazioni, con l'exploit della Turchia. L'Unione Europa del pomodoro perde quote e la fotografia scattata dalla Commissione Ue nella sua "Relazione sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli nel 2020", mette a fuoco una diminuzione dei volumi del 2% sul 2019 a causa, soprattutto, del -7% della Spagna - dove i produttori stanno puntando su ortaggi alternativi - mentre l'Italia, insieme agli altri principali player, risulta stabile. Solo la Polonia, che ha investivo nelle serre, cresce. Del 7% è anche il calo delle esportazioni comunitarie, mentre gli acquisti extra Ue lieviteranno del 3%.

Le rese, stando al report della Commissione, saranno inferiori perché le aziende agricole si sono concentrate sulla produzione di varietà piccole, dal valore aggiunto più elevato; ciò sarà però  compensato dall'espansione delle produzioni invernali. Per il pomodoro da industria è previsto un +1% dei volumi.



Pressoché stabili i consumi: l'effetto coronavirus, con la chiusura del canale Horeca, ha causato una diminuzione di vendita nel fuori casa solo in parte compensato dal consumo tra le mura domestiche; il bilancio dovrebbe far segnare un -1% rispetto al 2019.

E' un "rosso" invece più intenso quello relativo alle esportazioni di pomodoro fresco: nel periodo da gennaio ad aprile l'export Ue è calato del 20% a causa dell'effetto del Covid su trasporti e logistica; a fine anno il deficit dovrebbe limitarsi al 7%, un dato comunque migliore rispetto al-13% medio degli ultimi cinque anni.

Per quanto riguarda le importazioni, il report della Commissione Ue mette in luce la cavalcata della Turchia: mentre il Marocco che rappresenta di gran lunga la quota maggiore delle importazioni (71% nel 2019), cresce solo del 3%, le importazioni dal Paese del Bosforo (pari al 17% degli acquisti dell'Ue lo scorso anno) hanno registrato lo sviluppo più rapido nel periodo gennaio-aprile con un 37% in più rispetto allo stesso periodo del 2019.

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