«Urge riformare la Legge 102 sullo stato di calamità»

Apo Conerpo: il bilancio tiene. Per le pere attesi volumi in calo del 30% rispetto al normale

«Urge riformare la Legge 102 sullo stato di calamità»
“Nonostante una riduzione dei conferimenti del 10,6% rispetto al 2018 a causa delle precipitazioni anomale del maggio 2019 e dei danni causati dalla cimice asiatica, il volume d’affari del Gruppo nel 2019 è calato di appena 4,4 punti percentuali e siamo riusciti a incrementare del 10% il ristorno ai soci. Sono indicatori evidenti di come, malgrado le serie difficoltà fuori dal nostro controllo, ci siamo saputi muovere al meglio sul mercato promuovendo, comunicando e soprattutto valorizzando al meglio il prodotto disponibile dei nostri soci”. Così il presidente di Apo Conerpo, Davide Vernocchi (in foto), commenta i dati che emergono dal bilancio 2019 dell'Organizzazione di produttori che riunisce 50 cooperative e 6.000 soci in tutto il Paese, la maggior parte in Emilia-Romagna.

Apo Conerpo, in particolare, ha registrato un conferimento pari a 311.919 tonnellate di frutta (71.319 ton in meno rispetto al 2018, -18,6%) e di 580.020 tonnellate di ortaggi (35.048 tonnellate in meno del 2018, -5,6%). “Lavoriamo e commercializziamo per oltre il 90% il prodotto dei propri soci, e gli acquisti da terzi sono meno del 10%", precisa Vernocchi sottolineando che la situazione è stata diversa in base alla referenza: "Per le pere, flagellate da cimice asiatica e da un boom di problemi fitosanitari come la maculatura bruna, abbiamo registrato il minimo storico, con un conferimento del 46,5% più basso rispetto all’anno precedente e negativi sono stati anche i volumi prodotti di mele, -15,9%, ed il kiwi, -10,2%. In controtendenza invece le susine, +24,2%, ma con importanti difficoltà di mercato, e le albicocche, che sono arrivate a +152,3%, rispetto al 2018 che si era contraddistinto per una fra le più basse produzioni di sempre”.



“In questo quadro di particolare situazione produttiva - prosegue - abbiamo sofferto una forte concorrenza sui mercati esteri e nel canale dei mercati tradizionali nazionali. Siamo riusciti invece ad aumentare significativamente le quote di prodotto collocate presso la Grande Distribuzione (+7,4 a volume e +13,6% a valore) grazie all’efficace lavoro svolto dalle nostre business unit Alegra, Naturitalia, Valfrutta Fresco, Brio ed Opera".

Il sistema ha quindi retto solidamente l’urto di un 2019 ricco di difficoltà ed è pronto ad affrontare le grandi sfide del 2020. Si sperava che la produzione dimezzata di pere del 2019 fosse un’anomalia quasi irripetibile, ma lo scenario e le prospettive che hanno lasciato le gelate di marzo e aprile è ancora peggiore. “In Emilia Romagna - sottolinea il presidente - stimiamo una contrazione della produzione di frutta estiva del 75%, un raccolto di pere del 30% più basso rispetto a un anno normale e sono attesi volumi molto ridotti anche per il kiwi”. 




Uno scenario drammatico che pone in primo piano il nodo della difesa delle produzioni, fronte su cui Apo Conerpo è da sempre in prima fila, a partire dalla ricerca scientifica. “Per affrontare il mercato è necessario proporre frutta apprezzata dal consumatore: la ricerca deve sviluppare varietà che coniughino gusto e resistenza a eventi climatici e malattie, in modo da permetterci minori interventi fitosanitari. Apo Conerpo è capofila di un progetto del Crpv per la lotta contro la cimice asiatica e abbiamo scelto di finanziarne altri tre anche nel caso in cui non rientrassero fra quelli sostenuti dal Psr. Parimenti stiamo sviluppando progetti sul clima e sugli impatti ambientali e, tramite il Consorzio Opera, stiamo collaborando a due iniziative per la lotta contro la maculatura bruna del pero”. 

“Purtroppo tutto il nostro impegno non basta di fronte a eventi incontrollabili come le gelate di marzo e aprile: servono strumenti economici che tutelino i produttori. Come Apo Conerpo, lo scorso dicembre, abbiamo messo in campo 16 milioni di euro di fondi straordinari per il sostegno ai nostri soci e siamo al lavoro per avviare due fondi mutualistici: il primo, gestito direttamente, per i danni da cimice nelle regioni dove nel 2019 si sono registrati gli effetti peggiori a causa dell’invasione di questo insetto; il secondo, tramite la società Pro Difesa, neo costituita per iniziativa dei produttori per la difesa da fitopatie delle produzioni orticole (vedrà il supporto del Psr nazionale nell’ambito della misura 17.2), che speriamo possa partire al più presto ed essere già operativo per la campagna 2021”.

“Ma aldilà degli strumenti che possiamo mettere in campo come Apo Conerpo - aggiunge Vernocchi - serve un intervento pubblico di vasta scala, a partire da una completa riforma della legge 102 sullo stato di calamità, oggi del tutto inadeguata e con parametri insostenibili dalla produzione agricola. Il mondo e il clima stanno cambiando, gli strumenti di difesa e di tutela devono fare altrettanto o intere filiere scompariranno, con un impatto socio-economico inimmaginabile. Apo Conerpo continuerà a lavorare con la tenacia e l’abnegazione di sempre e, rispondendo allo spirito più profondo della cooperazione, sarà in prima linea al fianco dei propri soci per affrontare tutti insieme questo quadro drammaticamente complesso. Ma non possiamo farlo da soli”.

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