Abate, le preoccupazioni non mancano

Bergami: «I danni da maculatura bruna e marciume calicino sono molto superiori alle attese»

Abate, le preoccupazioni non mancano
Grande incertezza per le produzioni di Abate Fetel. Le attività di raccolta sono iniziate lo scorso weekend nei terreni più sciolti e, tra oggi e mercoledì, si estenderanno a tutti gli areali di coltivazione del nord Italia. Non mancano i punti interrogativi sulla campagna, in quanto i danni da patologie fungine sono nettamente superiori alle attese e ci sarà da sostenere un aggravio dei costi di raccolta per valutare correttamente la qualità. E' quanto spiega Albano Bergami, produttore di pere ferrarese che ricopre le cariche di vicepresidente dell’Organizzazione Interprofessionale Pera (Oi Pera) e di presidente della Sezione Frutticola di Confagricoltura.

"E' opinione estremamente diffusa tra i produttori di Abate e anche tra gli operatori commerciali, che quest'anno ci dovremmo confrontare a consuntivo con danni da maculatura bruna/alternaria e da marciume calicino decisamente superiori rispetto a quelli che ci potevamo attendere fino a qualche settimana fa", sottolinea a Italiafruit News.

Questa situazione fitosanitaria sembra essere purtroppo generalizzata su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna, anche se il Ferrarese dovrebbe essere l'area più colpita. "Nella nostra zona - conferma Bergami - sono veramente pochi gli impianti del tutto immuni. La quota del danno varia notevolmente anche all'interno di una stessa azienda agricola, quindi c'è una forte differenza da lotto a lotto”.


Marciume calicino

"Le parcelle gravemente colpite presentano già parecchi frutti a terra. Altre pere malate rimangono sulla pianta ingiallite, altre volte hanno lo stesso colore del frutto sano, ma in corrispondenza del calice del frutto si nota una necrosi di pochi millimetri, difficile da individuare. Questo comporterà un aumento enorme dei costi di raccolta, in quanto ogni singolo frutto andrà osservato in maniera particolare".

Di conseguenza, le stime produttive di metà luglio dell’Oi Pera (-11% rispetto alla media del quadriennio 2015-2018) saranno dunque da rivedere al ribasso. Solo al termine della raccolta, si potrà capire con certezza sia i volumi disponibili che la percentuale della prima qualità.

“La spiacevole novità che riguarda la maculatura bruna/alternaria e il marciume calicino va a peggiorare un quadro già influenzato negativamente dalle gelate primaverili, che hanno favorito il danno da cinghiatura da freddo e la presenza della rugginosità. Se quest’ultima - conclude Bergami - si limita alla parte sottostante del frutto, la pera Abate viene accettata dai mercati, mentre se è più estesa viene inevitabilmente penalizzata”.


Cinghiatura da freddo

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