Giù le mani dal pomodoro di Pachino Igp

Il Consorzio: concorrenza straniera. E schiera la blockchain

Giù le mani dal pomodoro di Pachino Igp
La calda estate del pomodoro non è ancora finita: il mercato pesante si trascina e la riapertura post lockdown ha avuto un contraccolpo negativo sui produttori. Lo rileva il  Consorzio di Tutela Igp Pomodoro di Pachino. "Il problema della volatilità dei prezzi lo sentiamo e lo affrontiamo - spiega a Italiafruit News il direttore Sebastiano Barone - Soprattutto i confezionatori lamentano difficoltà crescenti negli ultimi tre mesi: si vende al di sotto dei costi di produzione. Costi che, tra l'altro, sono in aumento".

Barone evidenzia una "forte concorrenza dall'estero, con pomodori in arrivo da Olanda e Spagna. E sospettiamo che il prodotto spagnolo potrebbe essere a volte frutto di una triangolazione con il Nord Africa... Stiamo cercando di denunciare pubblicamente questa situazione, che si è manifestata dopo il lockdown. In primavera, durante la fase più dura delle restrizioni agli spostamenti, le importazioni erano molto più limitate".

Il direttore del Consorzio ricorda come le tecniche di produzione adottate in Italia siano a basso impatto ambientale. "Ma ci scontriamo con una concorrenza estera che non ha le stesse caratteristiche dei nostri pomodori - sottolinea Barone - sia dal punto di vista ambientale che dei consumi energetici. Con le nostre iniziative cerchiamo di portare avanti un percorso di certificazione e tracciabilità per distinguerci da chi ci fa concorrenza solo sul prezzo".



E in questo solco si inserisce il nuovo progetto del Consorzio che sfrutta la tecnologia blockchain. Grazie a un Qr Code, attraverso una App basta un click per accedere ai dati sull'origine del prodotto di Pachino, dal campo in cui è stato coltivato fino al supermercato dove è stato venduto. Questo per combattere le contraffazioni e creare un clima di fiducia col consumatore.

“Proprio grazie alla tecnologia - aggiunge ribadisce Barone - già prima che scattasse l’allarme Covid 19, con la Pmi innovativa EZ Lab, pioniera nell'applicazione della blockchain per l'agrifood, attraverso il suo partner locale TechNrgy, abbiamo ottimizzato il tracciamento dei nostri pomodori dal campo al supermercato. E' uno dei tentativi più importanti per dare al consumatore certezze sulla tracciabilità e l'origine del prodotto. Vogliamo dare dei segnali forti ai nostri produttori, per dimostrare nei fatti che siamo sempre al loro fianco non solo nelle iniziative di vigilanza e promozionali, ma anche in questa crisi di mercato, dove - conclude il direttore Sebastiano Barone - non manca chi prova ad usurpare il nome del Pachino Igp, danneggiando l'immagine del nostro pomodoro, quando viene associato a un prodotto che di Pachino non è".

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