«Ho perso 120 piante di kiwi in un anno»

La testimonianza di un produttore di Cisterna di Latina: «La morìa è stabile, ma la pioggia...»

«Ho perso 120 piante di kiwi in un anno»
Centoventi piante di kiwi morte nel giro di 12 mesi. E’ la brutta esperienza che ha vissuto sulla propria pelle Stefano Giammatteo, imprenditore che dal 1985 produce kiwi Hayward a Cisterna di Latina. Giammatteo è anche presidente dell’organizzazione Aspal (Associazione produttori agricoli del Lazio) che, martedì 22 settembre, incontrerà in videoconferenza la Regione Lazio per discutere assieme della grave espansione della morìa.

“Il 10% dei kiwi che coltivo a Cisterna di Latina se ne sono andati da un anno all’altro - testimonia a Italiafruit News - Ho già estirpato tutte le piante malate; poi ho pulito, disinfettato i terreni e distribuito la sostanza organica. Nessuno, però, mi dà la garanzia che questa terribile malattia non continuerà ad avanzare nei miei appezzamenti”. 

Nel triangolo tra Cisterna di Latina, Campoverde ed Aprilia, caratterizzato da terreni sciolti di medio impasto e di origine vulcanica, numerose aziende si trovano in una situazione ancora peggiore di Giammatteo: "I dati sono pesantissimi: tra Cisterna di Latina e comuni limitrofi almeno duemila ettari sono già morti" sugli oltre 9mila ettari presenti nella provincia di Latina. 



"Per fortuna, il fenomeno nelle ultime settimane si è stabilizzato. Ma noi produttori locali, ora, temiamo le piogge abbondanti - sottolinea - che andrebbero automaticamente a favorire l’espansione della malattia. Sappiamo che l'acqua è un aspetto da non sottovalutare: per questo motivo, negli ultimi abbiamo usato tutti i sistemi d'irrigazione per gestirla in maniera oculata, senza però ottenere risultati".

Oltretutto manca ancora più di un mese alla raccolta del kiwi Hayward, che si svolgerà nel mese di novembre. Si teme quindi che il bilancio dei danni possa ulteriormente peggiorare con la pioggia che, prima o poi, dovrà cadere dal cielo. 

“La produzione del nostro areale quest'anno si dimezzerà, considerando le piante che sono già morte - conclude l'imprenditore laziale - Il rischio serio che abbiamo è quello di perdere i mercati internazionali, che hanno sempre richiesto i nostri kiwi. Speriamo che la Regione possa sostenerci e che il mondo della ricerca possa trovare una cura”.

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