L'ortofrutta confezionata continua a correre

Dopo l'accelerazione durante il lockdown vendite ancora su. La sfusa invece...

L'ortofrutta confezionata continua a correre
L'ortofrutta a peso imposto continua a macinare risultati positivi e resiste anche ai mesi neri di giugno e luglio, dove le vendite di frutta e verdura in Gdo hanno subìto un duro contraccolpo. L'ebbrezza del lockdown, quando l'ortofrutta confezionata cresceva a doppia cifra, è ormai passata ma ha lasciato un'eredità (per ora positiva) al reparto. Lo vediamo con le analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter.



Tra gennaio e agosto in ipermercati e supermercati della Gdo l’ortofrutta di prima gamma, quindi esclusi i prodotti servizio di IV e V Gamma, ha trend positivi (+7% a valore e +3% a volume). Le migliori performance a valore, rispetto a quelle a volume, sono legate alla modalità di vendita: durante la pandemia, infatti, il confezionato è stato preferito dal cliente del supermercato. E l'ortofrutta a peso imposto ha un valore euro/chilo mediamente superiore al peso variabile.


Nei mesi dove gli italiani erano costretti a casa per le misure anti Covid, sia il peso imposto che il peso variabile hanno trend a valore positivi, con il primo che viaggia con aumenti vicini o superiori al +20%. Mentre il secondo (il peso variabile, identificabile con il prodotto sfuso) performa con 10 punti in meno e tra giugno e luglio è addirittura in negativo (-10% e -12%). Il saldo del progressivo gennaio-agosto premia quindi il peso imposto (+14%) a scapito del peso variabile (+1%).


Le principali differenze nelle performance si notano confrontando i format distributivi. Gli ipermercati sono quelli che hanno maggiormente sofferto durante il Covid, a causa delle distanze dai centri abitati e anche alla presenza di gallerie nelle strutture più grandi. Infatti, sempre parlando di peso imposto, la performance complessiva nel progressivo da gennaio è infatti del +5% nelle vendite a valore della prima gamma. I supermercati, anche se qui prendiamo in esame solo i negozi tra i 400 e i 2500 metri quadri, hanno maggiormente giovato della situazione (+16%) essendo ubicati in zone più centrali, quindi più facilmente raggiungibili durante la pandemia.



Tuttavia, la caduta libera degli iper non è una novità del 2020. Quest’anno si è inasprita una situazione già critica nel negli anni passati: tra il 2018 e il 2019, infatti, nei prodotti di prima gamma gli ipermercati hanno perso 2 punti a valore e 4 a volume, mentre i supermercati ne hanno guadagnati rispettivamente 3 e 1 punto.

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