lunedì 19 ottobre 2020
Agromafie e caporalato, i numeri del rapporto
Sono 180mila i lavoratori in agricoltura in Italia particolarmente
vulnerabili e quindi soggetti a fenomeni di sfruttamento e caporalato.
E' uno dei dati che emerge nel V Rapporto Agromafie e caporalato
dell'Osservatorio Placido Rizzotto/Flai Cgil, presentato questa mattina,
che fotografa con nuovi parametri rispetto alle passate edizioni, lo
sfruttamento lavorativo a 360 gradi degli ultimi due anni nel settore
agroalimentare.
Concentrato su diversi aspetti che offrono una visuale sfaccettata
del fenomeno, il Rapporto evidenzia luci e ombre delle ultime
disposizioni normative a partire dalla legge 199/2016 contro il
caporalato. Per comprenderne l'efficacia, sono stati analizzati 260
procedimenti penali riguardanti tutti i settori, da cui emerge come lo
sfruttamento non si concentri nel Meridione, visto che 143 non
riguardano il Sud Italia.
Il Veneto e la Lombardia, infatti, con le Procure di Mantova e
Brescia, sono le Regioni che seguono più procedimenti; così le Procure
dell'Emilia-Romagna e quelle del Lazio, Latina al primo posto, nonché
della Toscana con Prato. Tra i procedimenti esaminati l'agricoltura è il
settore più rappresentato con 163.
Il Rapporto ha poi indicato
in 12 euro l'ora il salario minimo da erogare per soddisfare il giusto
reddito del datore di lavoro e allo stesso tempo non
penalizzare/sfruttare il lavoro delle maestranze occupate. Si tratta di
una somma per le attività di raccolta e non per le mansioni più
professionalizzate, che dovrebbe permettere, anche in base a verifiche,
di ridurre progressivamente lo sfruttamento che si concentra nelle prime
fasi della filiera, quella dove l'impiego dei caporali trova la sua
massima e ampiamente distorsiva funzionalità.
“Un Calendario delle colture e dei relativi fabbisogni di lavoro agricolo, per garantire: alle imprese la manodopera di cui hanno bisogno e ai lavoratori un contratto regolare: un vero e proprio Osservatorio del fabbisogno agricolo, per cui abbiamo stanziato 150mila euro complessivi per il triennio 2020-2022 attraverso il riparto dei fondi del Mipaaf.” Così la ministra Teresa Bellanova nel corso della presentazione del V Rapporto Agromafie e Caporalato curato dall’Osservatorio Placido Rizzotto. “È la prima volta, ci tengo a dirlo, che il Ministero impegna risorse direttamente per uno studio con queste finalità del mercato del lavoro agricolo e per la prevenzione del caporalato”, ha voluto sottolineare la ministra. “Un aggiornamento dei fabbisogni indispensabile, per la cui redazione abbiamo avviato un lavoro con il Crea al fine di costruire un primo impianto da condividere con le organizzazioni agricole e poi aggiornare di anno in anno”.
Fonte: Ansa