«Tavolo ortofrutticolo? Sarà la solita riunione di facciata»

Mazzotti (Gta) critica il Mipaaf: urge una strategia-Paese. E la gestione del rischio va cambiata

«Tavolo ortofrutticolo? Sarà la solita riunione di facciata»
Si avvicina il tavolo ortofrutticolo del Mipaaf, in programma nella giornata di domani, giovedì 22 ottobre. Una riunione - richiesta ed ottenuta dall’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi - che potrebbe fare da apripista per il rilancio della frutticoltura del Nord. Non crede però che l’incontro possa dare gli effetti sperati Fabiano Mazzotti, frutticoltore di pesche e kiwi a Faenza (Ravenna) nonché presidente del Gruppo Trasversale degli Agricoltori (Gta).

"Da almeno 15 anni, la politica non ha mai voluto affrontare i problemi strutturali del comparto ortofrutticolo nazionale. E' quindi molto probabile che, come in altre occasioni passate, anche il tavolo ortofrutticolo di domani finirà per dimostrarsi una riunione di facciata, utile soltanto a dare visibilità a qualcuno", chiosa Mazzotti. Che aggiunge: "I problemi da superare sono innumerevoli, ma bisogna iniziare da quelli burocratici come nel caso della gestione del rischio, che non permette all'azienda agricola di usufruire in pieno dello strumento assicurativo. Questa è una questione decisiva per il futuro della frutticoltura".

Il presidente del Gruppo dei trasversali tiene poi a ricordare come la Spagna nell'ultimo decennio sia riuscita a soppiantare la storica leadership dell’Italia nel settore delle drupacee grazie soprattutto alla creazione di una strategia a livello di Paese. Strategia comune che, purtroppo, in Italia non esiste tuttora e che servirebbe come il pane. 



“Noi operatori italiani continuiamo a vivere alla giornata - sottolinea - Ognuno segue la sua strada, bisognerebbe invece fare passi in avanti importanti nell’aggregazione commerciale, sapendo che comunque paghiamo le evidenti differenze legate al costo del lavoro a carico degli operatori spagnoli, i quali sono avvantaggiati da oneri fiscali nettamente più bassi dei nostri".

"Tuttavia, le diversità sui costi orari della manodopera e sulla tassazione variano vistosamente anche all'interno del nostro stesso Paese: si pensi, ad esempio, alle aree svantaggiate del Sud ma anche del Nord, dove la frutticoltura sta crescendo in termini di superfici. E’ inutile nascondersi: c’è chi può correre con la bicicletta, chi col motore e chi con la Ferrari". Occorre in pratica rivoluzionare il sistema, uniformando le regole ed alleggerendo le tasse a tutti per aumentare la capacità competitiva delle aziende agricole.

C'è poi da affrontare in maniera seria e strategica anche la questione del caporalato, che incide sulla svalutazione generalizzata del settore nella mente delle persone. "La ministra Teresa Bellanova non può fare solo effimere battaglie ideologiche sul caporalato come il suo predecessore Maurizio Martina, impedendo assunzioni semplificate come l'uso del Voucher o affliggendo sanzioni penali per il mancato uso di scarpe antinfortunistica o la presenza di bagni chimici in campagna, senza smantellare concretamente le baraccopoli che tutti sanno benissimo esistere ancora oggi in tante zone del Sud Italia. Non è con battaglie ideologiche ed ipocrite - conclude Mazzotti - che si riesce a dare una soluzione concreta ai reali problemi del comparto ortofrutticolo". 

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