«Effetto Covid: è un mercato spaventato»

Cavaglià (Caat): paura e incertezza tra clienti e consumatori, a Torino si vende poco

«Effetto Covid: è un mercato spaventato»
Le incertezze del presente e il timore un nuovo lockdown che potrebbe avere ripercussioni nefaste sui bilanci familiari e sui conti delle imprese si fanno sentire sulle dinamiche della filiera ortofrutticola. Al Centro agroalimentare di Torino le vendite stentano: "Il mercato procede molto a rilento, è stata una settimana sotto tono - spiega il grossista Stefano Cavaglià - Lo definirei un mercato spaventato. I nostri clienti, dettaglianti e ambulanti, riferiscono che la gente compra poco. L'emergenza sanitaria e i divieti impattano sulla vita sociale e sui consumi". 



"Un esempio per tutti - aggiunge - arriva dalla castagna, articolo importante per la nostra ditta. Con feste e sagre cancellate, quello che è uno dei prodotti tipici dell'autunno è oggetto di resi e di ordini annullati. Ed è così anche per altre referenze".



La recrudescenza del Covid, insomma, annota Cavaglià, sta già impattando in modo pesante sulle vendite. E sull'umore. "Anche perché - aggiunge l'imprenditore - siamo reduci da un primo quadrimestre importante a livello di vendite, dopo il quale il mercato si era normalizzato; adesso che della pandemia stiamo vivendo solo gli aspetti negativi, la preoccupazione è diffusa e si guarda al futuro con inquietudine, condivisa con gli operatori dell'Horeca, i compratori intermedi e quelli finali".

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