Morìa, audizione in Senato: «Subito fondi e più ricerca»

Il responsabile ortofrutta di Coldiretti Verona: puntare sui nuovi portainnesti

Morìa, audizione in Senato: «Subito fondi e più ricerca»
La morìa del kiwi continua a tenere banco. Nel corso di una audizione online davanti alla nona Commissione Agricoltura al Senato della Repubblica, il responsabile del settore ortofrutta di Coldiretti Verona, Giorgio Girardi, ha parlato  della problematica che dal 2012 a oggi ha causato nella provincia venete una diminuzione del 60% della superficie coltivata a kiwi pari a 1.700 ettari, con una perdita di 42.500 tonnellate di prodotto per un valore di circa 34milioni di euro che diventano 85milioni - è stato detto - considerando l'indotto.



La morìa del kiwi nella provincia di Verona si è concentrata nella zona storica vocata al frutto, nell'area a ovest rispetto al capoluogo. In quel territorio, su un terreno privato di un’azienda agricola a Palazzolo di Sona, ha evidenziato Girardi durante l’audizione, nel 2015 è nata una sperimentazione agronomica a cura del Centro Studi Agrea e dei tecnici del Crea per individuare possibili strategie di contrasto. Il progetto, che è in una fase di stallo, ha bisogno di "finanziamenti per approfondire le cause delle problematiche della moria che sono ancora in parte sconosciute".

“Parallelamente all’intensificarsi del fenomeno della moria a Verona – ha sottolineato ancora Girardi (nella foto sopra) - alcune aziende vivaistiche private hanno importato dalla Nuova Zelanda e testato nei loro vivai alcuni nuovi portainnesti caratterizzati da una maggior resistenza a terreni pesanti, una minor vigoria, un apparato radicale che si sviluppa in profondità, una maggior resistenza agli stress idrici". Sperimentazioni, ha detto ancora l'esponente Coldiretti, che andrebbero "sviluppate in centri pubblici per verificare l’adattabilità, la produttività con  risposte tecniche ed agronomiche nei vari areali veneti e nazionali”.



“Auspichiamo che il gruppo di lavoro esistente a livello territoriale con le sperimentazioni in atto nelle varie regioni colpite porti alla creazione di un apposito programma di ricerca nazionale pluriannuale", ha concluso Girardi. "E’ necessario uno studio organico che continui e non disperda le sperimentazioni territoriali per dare risposte significative a questo importante segmento frutticolo produttivo del nostro Paese”.

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