Mandorle Made in Piemonte, si può fare

Accordo tra Life e Coldiretti per creare una filiera dedicata: gli obiettivi

Mandorle Made in Piemonte, si può fare
La mandorlicoltura si fa spazio in Piemonte grazie a un progetto portato avanti da Life e Coldiretti. L'esperienza si sta concretizzando nel Cuneese dove la coltivazione del mandorlo pare possa rappresentare una valida alternativa rispetto ad altre colture frutticole più tradizionali per la zona.

L'obiettivo è quello di valorizzare una produzione locale e dare alla frutta a guscio della Granda un nuovo prodotto. L'azienda di Sommariva Perno ha siglato con Coldiretti Cuneo un protocollo d'intesa mirato alla promozione e allo studio del mandorlo, propedeutico alla creazione di una filiera locale di prodotti Made in Piemonte. Una strada percorsa anche con la nocciola, dove la cooperativa Corilanga rifornisce Life con la nocciola piemontese.



Ma torniamo alle mandorle e alla campagna 2020. "E' il primo anno che ritiriamo un quantitativo di frutti sufficiente per poter sperimentare le rese e l'effettiva qualità - ricorda Umberto Sacchi, direttore generale di Life - L’anno scorso era stata già fatta una prova ed eravamo stati soddisfatti, considerando che era la prima, del risultato ottenuto. Ora la merce è in fase di selezione ma le prime impressioni sono positive".

Il tema della territorialità è caro sia a Life che a Coldiretti. Quando si parla di mandorle, a livello internazionale balzano alla mente le produzioni californiane o spagnole; mentre in Italia si possono ricordare i fasti della Sicilia oppure il buon posizionamento attuale della Puglia. "Ma al Nord - puntualizza Sacchi - non vi sono mai state coltivazioni intensive importanti. Abbiamo però pensato, visti anche i cambiamenti climatici in atto, che sarebbe stato interessante proporre anche una mandorla nostrana a filiera controllata. Dobbiamo però puntare su di una qualità ed una resa assolute: non possiamo ovviamente metterci in concorrenza con le enormi quantità immesse sui mercati da gli altri fornitori, ma avere un prodotto eccellente da poter magari abbinare ad altri ingredienti, con il plus del Made in Piemonte".

E per far questo è importante costruire una filiera, che come evidenzia il direttore generale di Life ha il "vantaggio enorme di poter controllare tutte la varie fasi e passaggi della lavorazione, dalla produzione ai mercati di sbocco della Grande distribuzione. A seconda delle moderne esigenze del consumatore possiamo addirittura modulare, in accordo con il mondo agricolo, e soddisfare le esigenze del finale consumatore. I nostri clienti ci stanno sempre più chiedendo una padronanza assoluta dei prodotti che immettiamo sui mercati, staccandoci da grossisti o intermediari vari. Parlando di mercato, poi, la richiesta mondiale di mandorle è ancora in aumento, con una continua crescita oramai da decenni. Proprio per le sue caratteristiche di versatilità, il frutto è richiesto per impieghi molteplici (cucina, pasticceria, alimentazione sportiva, prodotto salutistico...) ed è tra i più usati nel campo frutta secca. Il suo consumo è soprattutto sgusciato al naturale, con ancora la sua pellicina intorno, per un pronto uso. Esistono però alcuni prodotti trasformati in farina, granelle, filetti, bastoncini, mandorle pelate bianche - conclude Sacchi - per una moltitudine di impieghi e ricette".



Una possibile avanzata dei mandorleti andrebbero a mutare il tessuto produttivo cuneese, prendendo il posto di colture preesistenti. "Indubbiamente la situazione fitosanitaria ed economica di alcune specie frutticole e cerealicole nella nostra Regione ha portato molte aziende ad estirpare impianti o a convertire parti di essi - puntualizza Lorenzo Martinengo, referente per l'Assistenza tecnica di Coldiretti Cuneo - C'è una grande attenzione per questi nuovi mercati, come vi è stata per quello della nocciola, arrivata a quasi 24.000 ettari in Piemonte. Parallelamente a queste criticità, emerge anche la problematica della reperibilità e gestione della manodopera stagionale specializzata. Sicuramente il mercato della frutta a guscio rappresenta una opportunità per molte tipologie di aziende, ma deve essere accuratamente gestita e seguita per evitare speculazioni ed errori. Queste prime prove, e ringraziamo le aziende che hanno deciso di essere i pionieri in questo settore, ci aiuteranno ad impostare in maniera corretta e più sicura le coltivazioni in futuro nel nostro areale.

Ma quali sono i principali ostacoli alla mandorlicoltura in Piemonte? "Principalmente si possono riassumere in rischi climatici/meteorologici - risponde il tecnico Coldiretti - il freddo primaverile limita la scelta varietale e le piogge estive o l’elevata l’umidità possono provocare problematiche fitosanitarie; oltre alla raccolta abbastanza tardiva".

In precedenza abbiamo toccato il concetto di filiera e di quanto questo sia strategico per una realtà come Life. Anche per i produttori ci sono possono essere importanti vantaggi. "La posizione di Coldiretti Cuneo ha una duplice veste: sindacale, per gli aspetti economici come garanzia di un prezzo equo e giusto per le aziende agricole e a garanzia del ritiro di tutta la produzione e non solo della prima gamma; e tecnica, offrendo una consulenza specializzata sulla frutta a guscio per accompagnare le imprese in questo nuovo cammino anche tramite corsi di formazione specifici. Fare filiera significa creare un gruppo di attori che collaborano attivamente ciascuno per la propria competenza condividendo un obbiettivo comune - conclude Lorenzo Martinengo - garantendo così la giusta remunerazione a tutti gli attori della filiera, dal produttore al rivenditore, con la massima tutela per le produzioni, l’ambiente ed il consumatore finale".

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