Agrumi, sarà una campagna di ottima qualità

Ma gli operatori sono molto preoccupati per l'aumento dei costi e dei rischi fitosanitari

Agrumi, sarà una campagna di ottima qualità
I comitati di prodotto Arance, Limoni e Piccoli agrumi dell'Organismo Interprofessionale nazionale, Ortofrutta Italia, hanno discusso venerdì 6 novembre sulla nuova campagna agrumicola italiana e sulla revisione della normativa fitosanitaria dell'Ue che modifica le regole legate all’importazione da Paesi terzi. Ne è emerso un quadro complessivamente soddisfacente sul fronte della qualità dei frutti in campo. Gli operatori italiani sono però molto preoccupati da una parte per gli aumenti dei costi che impone il Covid-19 e, dall’altra, per il rischio di “importare” dall’estero gravi malattie e/o patogeni attualmente non presenti nelle nostre zone agrumicole.

Il comitato Arance, coordinato da Elena Albertini, ha evidenziato che “le produzioni in campo presentano una buona qualità e pezzatura, nonostante il permanere di un periodo di prolungata siccità. Alcune zone sono comunque in leggero anticipo”. E, in generale, si stima che quest’anno “i volumi cresceranno leggermente rispetto alla stagione precedente a fronte dell’entrata in produzione dei nuovi impianti. Anche se, in questi ultimi, le pezzature non saranno ancora ottimali”. 


Elena Albertini

In merito al limone, il coordinatore Giuseppe Campisi ha segnalato che “la campagna sconta un piccolo rallentamento dovuto proprio al prolungarsi delle alte temperature autunnali e alla scarsità di piogge. Vi sono stati inoltre seri problemi di allegagione dei fiori in primavera”. Sulle piante si riscontra, in ogni caso, “un prodotto di ottima qualità ed esteticamente molto bello”. Mentre “la pezzatura è lievemente inferiore allo scorso anno”.

Infine, per il segmento dei Piccoli agrumi, il coordinatore Pierluigi Taccone ha rimarcato che le clementine, grazie al favorevole andamento stagionale, sono caratterizzate da una buona pezzatura e da un buon grado zuccherino. “Il problema maggiore del momento è il mancato riconoscimento economico sul valore del prodotto di grande pregio e alta qualità”.

Entrando nel merito della nuova campagna, i tre rappresentanti hanno segnalato la forte preoccupazione della filiera per le conseguenze dovute alle restrizioni richieste dalle norme anti-coronavirus. A preoccupare sono soprattutto gli aumenti dei costi che andranno ad incidere sulla gestione delle squadre di raccolta sia per i mezzi a disposizione che avranno una capacità di trasporto inferiore, sia per il reperimento stesso dei raccoglitori causato dalla contingentazione degli spostamenti dalle zone a rischio. Anche nei centri di confezionamento si andranno a registrare costi maggiori dovuti alle interruzioni del lavoro per la sanificazione dei locali durante i vari cambi turno, oltre al ritardo sui programmi delle operazioni di confezionamento. 



Alla riunione ha partecipato anche Bruno Caio Faraglia, responsabile del Servizio fitosanitario centrale presso il Mipaaf. Il quale ha illustrato il nuovo quadro normativo europeo ed i relativi adeguamenti della normativa nazionale sui controlli dei Servizi fitosanitari e sulle procedure di sorveglianza. La filiera agrumicola, in particolare, si è mostrata preoccupata per l’eliminazione dell’automatismo del "blocco alle importazioni", che si attivava dopo cinque intercettazioni, e per la facoltà data ad un Paese terzo di auto-bloccare l'export in qualsiasi momento. 

“La nuova normativa fitosanitaria Ue - commenta a Italiafruit News Elena Albertini - non punta l’attenzione su un sistema di prevenzione da nuove malattie e patogeni, come potrebbe essere l'obbligo della procedura del trattamento a freddo su tutti i carichi in entrata da determinate Nazioni. Un Paese terzo potrà quindi esportare in Europa carichi contaminati per un determinato periodo e poi decidere di fermarsi non appena si manifesti il rischio concreto di incorrere in pesanti sanzioni e restrizioni. Purtroppo i rischi di importare in Italia malattie devastanti come la Citrus Black Spot sono alle porte, abbiamo il compito di affrontare i pericoli per tempo, ma soprattutto essere pronti a reagire con delle soluzioni concrete”.

"La discussione del tema fitosanitario è stata molto sentita - conclude - Gli interventi del tavolo hanno evidenziato la necessità di tenere l’argomento aggiornato con la creazione di focus specifici. Il Dottor Faraglia si è reso disponibile alla partecipazione nelle prossime riunioni per una condivisione essenziale di informazioni sul campo del settore produttivo con il Servizio fitosanitario nazionale, al fine di rendere efficace il sistema italiano di protezione delle piante".

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