Debuttano le prime fragole lucane

Pompei: qualità e prezzi ok. E sulla seconda ondata Covid: vendite paralizzate per l'ortofrutta

Debuttano le prime fragole lucane
La campagna delle fragole meridionali è partita da pochi giorni, naturalmente con volumi limitati ma con una buona qualità estetica. "I fragolicoltori della Basilicata stanno iniziando a staccare le prime varietà e a immetterle sul mercato nazionale dell'ingrosso", annuncia a Italiafruit News Riccardo Pompei, grossista del Centro agroalimentare di Roma che ha ricevuto i primi pallet di prodotto lucano proprio negli ultimi due giorni.

"Nonostante il periodo negativo e la chiusura dell'Horeca, le prime fragole della Basilicata si stanno vendicchiando bene a prezzi di 7-8 euro il chilo. Non c'è la corsa all'acquisto, ma la qualità è abbastanza buona e nei prossimi giorni, quando aumenteremo gli scarichi, potremo valutare meglio la risposta del mercato", aggiunge l'operatore.

Tra gli altri prodotti orticoli di stagione, Pompei segnala la crisi del fagiolino che perdura da diverse settimane, fin dall'inizio della campagna in controstagione dal Senegal e dal Marocco. "Il fagiolino da serra italiano oscilla attualmente tra i 2 ed i 2,5 euro il chilo, ma rimane in larga parte nei posteggi. Non si vende e a breve, se andrà avanti così, bisognerà buttarlo. La crisi di questo prodotto - precisa Pompei - si è amplificata col troppo calo delle ultime settimane, che ha disincentivato gli acquisti di fagiolini come anche di tutta l'ortofrutta autunnale, ad eccezione dell'uva da tavola e dei carciofi di buona qualità. I consumi di clementine, per esempio, stanno andando lentamente. Che dire poi delle castagne fresche: venderle con 20 gradi è quasi una mission impossible”.


Riccardo Pompei

Anche zucchine, melanzane e peperoni vivono giornate del tutto fiacche: "Fino a poche settimane fa, le zucchine italiane si vendevano bene e con quotazioni importanti. Ora rimangono ferme. Poi, come dice il detto, tutto il mondo è paese: anche le produzioni spagnole di melanzane e peperoni sono in difficoltà nonostante i prezzi estremamente competitivi dai fornitori iberici".

La seconda ondata di Covid è stata, finora, molto pesante per l’intero settore dell’ingrosso italiano, con perdite di fatturato che vanno dal 20 al 50% per le aziende grossiste, secondo i dati di Pompei, il quale fa parte del consiglio di Fedagromercati. "Da settembre ad oggi, stiamo notando un calo importante dei consumi di ortofrutta a livello nazionale. Per quanto riguarda il Car, le visite della clientela non sono scese in questi ultimi mesi. Sono invece calati gli acquisti degli operatori che adesso comprano solo ciò che pensano di poter vendere il giorno successivo”.

“Confido che questa sia soltanto una situazione passeggera, anche se non nutro grandissime speranze per dicembre ed i primi mesi dell'anno nuovo - conclude Pompei - Questa seconda ondata di Covid-19 è diversa dalla prima: non c'è più l'euforia di marzo e aprile, i consumatori non riempiono nemmeno i carrelli nei supermercati. Dobbiamo considerare che c'è tutto un mondo di famiglie che lavorava nell'Horeca che è in cassa integrazione, tra società di forniture, catering, mense, bar e alberghi. La macchina degli acquisti si è paralizzata".

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