Mipaaf, toto-nomi ricco di «impresentabili»

I candidati alla successione di Bellanova e la mancanza di considerazione per il settore

Mipaaf, toto-nomi ricco di «impresentabili»
"Volevo un incarico di prestigio, sono finito a fare il ministro delle mozzarelle...". La nota battuta di un ex numero uno delle Politiche agricole, datata 2010, rimane sempre attuale. E la dice lunga su come venga interpretata e vissuta, da molti politici, l'esperienza alla guida del dicastero di via XX settembre. Il Mipaaf come poltrona di consolazione, il Mipaaf merce di scambio, nel migliore dei casi trampolino di lancio per altri e più ambiziosi traguardi. Eppure non dovrebbe essere così: agricoltura, alimentare, agroalimentare, ortofrutta sono elementi essenziali per l'economia nazionale, frecce all'arco che potrebbero dare una svolta alle sorti di un sistema-Paese che però è lento nell'interpretare i cambiamenti, le tendenze, i nuovi modelli di vita e di consumo. 



Agroalimentare e turismo, in Italia, avrebbero tutte le carte in regola per fungere da fari-guida. Ma nemmeno si riesce a capire come gestirli singolarmente, figuriamoci insieme. Non a caso il passaggio da Mipaaf a Mipaaft, da Ministero dell'agricoltura a ministero dell'agricoltura al turismo, è durato, politicamente parlando, il tempo di un battito di ciglia.   

E' (anche) per questi motivi che la rosa dei candidati al vertice del dicastero di via XX Settembre presenta ancora una volta nomi tutt'altro che prestigiosi, per usare un eufemismo, che già hanno suscitato rabbia e ironia nel nostro settore, così come nell'ex ministro Gian Marco Centinaio, predecessore di Teresa Bellanova. 
Il senatore barese Lello Ciampolillo, tornato agli onori delle cronache con il suo voto ai supplementari che martedì ha salvato il governo, nel 2019 aveva dichiarato che "onde elettromagnetiche e sapone rappresentano un valido rimedio contro la Xylella": in queste ore l'ex Pentastellato ha dichiarato candidamente che gradirebbe un incarico al Mipaaf per seguire l'agricoltura "che mi piace tanto". 



E poi c'è l'altro senatore "ritardatario", il toscano Riccardo Nencini (sopra) che stando ai rumors potrebbe aver tradito Matteo Renzi in cambio della promessa di una poltrona governativa. 

La girandola dei nomi "eccellenti" include anche Sandra Leonardo, moglie di Clemente Mastella, esponente del Gruppo Misto, "portatrice" di un altro voto essenziale e niente affatto scontato per non staccare la spina all'Esecutivo.

Tra i papabili, ma non in pole position, altre due donne: Susanna Cenni del Pd, che anche negli scorsi anni era stata abbinata al Mipaaf e la presidente di Areflh Simona Caselli che ben conosce il comparto ortofrutticolo e sarebbe per questo gradita. Potrebbe aggiungersi poi qualche nome di Italia Viva, se tornerà la pace con Conte.



Spesso i rumors non ci azzeccano e, in ogni caso, il destino del Governo appare appeso a un filo, fatto che potrebbe rendere vana la corsa ministeriale nel breve periodo. Ma anno dopo anno, il canovaccio è sempre lo stesso. E il povero Mipaaf - pur con alcune parentesi di qualità come quelle coincise con l'incarico di Paolo De Castro - conta, vale e dimostra molto meno di quanto dovrebbe.

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