«Stiamo lavorando la metà rispetto al primo lockdown»

Paparello (Mof): «Il mercato italiano rimane poco fluido. Le difficoltà dei grossisti continuano»

«Stiamo lavorando la metà rispetto al primo lockdown»
Continuano a navigare in brutte acque i grossisti del Mercato ortofrutticolo di Fondi, struttura del centro Italia specializzata a servire altri Mercati all’ingrosso del nostro Paese. 

Come spiega a Italiafruit News Elio Paparello, grossista e presidente di Assomercati del Mof, il confronto fra l’andamento delle vendite attuali e quelle realizzate nel primo lockdown di marzo-aprile 2020 è impetuoso: “Purtroppo stiamo lavorando la metà rispetto alla situazione d’inizio pandemia. Solo chi collabora con le piattaforme della Gdo e con altri operatori che fanno esportazione può avere qualche soddisfazione. Mentre chi serve il canale tradizionale e l’Horeca continua a vivere momenti di difficoltà”.

D’altronde, l’Horeca stenta a ripartire a causa dell’onda lunga della seconda ondata pandemica, iniziata ad ottobre 2020 e ancora non terminata: “Questo segmento rimane statico e non stiamo parlando di poca cosa. L’Horeca, infatti, pesa per almeno il 20% del consumo nazionale di frutta e verdure. In pratica, ci manca tutta una fetta di clientela”. 


Galleria del Mof 

Per quanto riguarda l’offerta di verdure, Paparello riferisce che il ritorno delle belle giornate sta facendo aumentare le raccolte nella zona locale dell’Agro Pontino, dalle zucchine alle carote, dalle rape ai ravanelli. “Si tratta di prodotti che, per fortuna, stanno trovando uno sfogo nell’export in Nord Europa”.

Parlando di prezzi, “le melanzane si aggirano oggi sui 0,7-0,8 euro/kg; le zucchine a 0,8-0,9 euro/kg, mentre il peperone ed il pomodoro datterino quotano rispettivamente a 1-1,50 e a 1,5-1,8 euro/kg. Sui carciofi sta prendendo piede largamente la vendita del prodotto della Tunisia, che viene ceduto a quotazioni estremamente concorrenziali di 0,4-0,5 euro”.

Per gli agrumi, infine, c’è poco furore. “Abbiamo letto che la Germania avrebbe bloccato le importazioni di arance spagnole per eccesso di residui chimici (clicca qui per leggere il nostro articolo). Malgrado questa situazione, le vendite del prodotto italiano non decollano”, conclude.

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