Noci, riscatto italiano

Produzione e consumi, anno positivo. Con un "ma": «I prezzi bassi dei frutti esteri»

Noci, riscatto italiano
Crescono, soprattutto in valore, le vendite di noci in guscio italiane: i report di Ismea evidenziano che i consumi italiani, nel 2020, hanno fatto registrare un +5% in termini economici e un + 1% in volumi, per un dato complessivo di 40mila tonnellate. Le performance migliori sono quelle del prodotto confezionato. 

“Un anno eccezionale dal punto di vista produttivo in tutto il comparto”, lo definiscono i vertici di Op Il Noceto. “Per le noci Lara, in particolare, si è avuto un aumento della produzione media di circa un 20%, e ben oltre il 60% se raffrontato alla sola campagna 2019, che però è stata la peggiore dell'ultimo decennio”.


“Un’annata record in termini di produzione e qualità - commenta il presidente Giangiacomo Bonaldi - che finalmente permetterà ai soci di compensare almeno in parte le due annate precedenti, negative per problemi legati alla qualità e, con riferimento al 2019, anche per le condizioni meteo”, 

Il mercato peraltro ha dato segni di rallentamento a partire dal mese di dicembre, "complice forse - aggiunge il direttore  de Il Noceto, Michele Sciannimanica  l’incertezza causata dalle chiusure per Covid nel canale Horeca e la mancanza di momenti conviviali nei consumi domestici”.


In calo le importazioni: i 12 mesi dello scorso anno sono stati testimoni di un tracollo degli acquisti della Spagna (-94%), di un forte ridimensionamento dell’import dalla Francia (-35%) e di contrazioni più contenute da oltremare:-17% da Argentina e Cile, -4% dagli Stati Uniti.

“C’è da dire – puntualizza ancora Sciannimanica – che i prezzi delle noci provenienti dall’estero sono diminuiti in media di un 10% e, nel caso degli Usa, anche oltre il 20%: ciò ha reso ancora maggiore il divario tra le produzioni italiane e quelle di importazione, rallentando in maniera significativa le vendite delle noci nazionali”. 

Per il direttore dell’Op “servirebbe una campagna di informazione per far capire i motivi delle differenze di prezzo, legate alle qualità organolettiche, ai metodi di produzione più o meno rispettosi dell’ambiente, alla categoria e al calibro”. 

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