«Post gelate? Diciamo tutti basta all'assistenzialismo»

I produttori assicurati puntano il dito contro le sigle sindacali: «I ristori non servono a niente»

«Post gelate? Diciamo tutti basta all'assistenzialismo»
Basta assistenzialismo, una volta per tutte. Basta ristori statali da due spiccioli elargiti dopo tempi lunghissimi di svariati anni. Il settore agricolo italiano deve investire risorse e tempo per progettare in pochi mesi un modello efficace di protezione dal rischio climatico, prendendo spunto dalle esperienze estere virtuose come quella spagnola di Agroseguro, ed incentivando ulteriormente su vasta scala il ricorso a mezzi di difesa attiva dagli eventi atmosferici”. E' il pensiero di Massimo Scozzoli, imprenditore frutticolo di Forlì che produce pesche e nettarine su 23 ettari. Un operatore che ha sempre creduto fermamente nelle polizze multirischio offerte dalle assicurazioni private.

"Mi auguro che l'intero settore agricolo, di concerto con la politica nazionale, approfitti di questa seconda stagione consecutiva di gelate per pensare assieme al futuro di noi imprenditori agricoli e dell’intera agricoltura italiana. Qui in Emilia-Romagna si dice già che dal prossimo anno nessuna compagnia assicurativa sarà disposta a scommettere su gelo e brina e questo è un grosso problema soprattutto per chi, come la mia azienda, ha sempre scelto di assicurarsi". 

Scozzoli si dice “fortemente contrariato” dalla strategia di alcune sigle sindacali che, a seguito dei danni da gelo di queste ultime settimane, hanno già cominciato a richiedere risarcimenti a favore delle aziende che non si erano assicurate attraverso la deroga alla Legge 102/2004, così come già accaduto dopo le gelate della primavera 2020 in Emilia-Romagna e altre regioni del Nord.



"L'assistenzialismo è inutile perchè non porta mai benefici di lungo termine - sottolinea Scozzoli - In ogni caso, se si vuole fare assistenzialismo, viene da domandarsi perchè gli eventuali ristori tramite la deroga alla Legge 102 del 2004 debbano essere concessi esclusivamente a quelle aziende che, consapevolmente, hanno deciso di non assicurarsi. Non è infatti colpa del Covid-19 se anche quest’anno tante imprese non si sono assicurate, e non è nemmeno colpa delle assicurazioni che, dopo le numerose gelate primaverili del 2020, hanno conseguentemente ridotto i plafond dedicati a brina e gelo. Io credo invece che siano le sigle sindacali del settore agricolo, tutte, a dover recitare oggi il mea culpa. Questo è il pensiero condiviso da tanti altri colleghi italiani che, da tempo, investono soldi per assicurarsi".

Il motivo è presto spiegato: "Dal 2004 in avanti, nessuna organizzazione agricola ha mai incentivato con forza i propri associati a stipulare polizze assicurative multirischio, nonostante siano le stesse sigle a guidare Asnacodi ed i Condifesa. Si è invece preferito fare cassa - denuncia - raccogliendo e facendo le domande di indennizzo a seguito di eventi calamitosi. In questo modo i costi delle assicurazioni sono sempre rimasti molto alti e ora ci stiamo perdendo tutti”. 

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