Uva, dopo il boom 2020 si cerca la riconferma

Vendite in Gdo a +20%. Da sfruttare il "buco" della frutta estiva

Uva, dopo il boom 2020 si cerca la riconferma
L'uva da tavola è stata protagonista di una bella cavalcata nel 2020 e ci sono tutte le premesse perché quest'anno possa concedere il bis: la frutta estiva – colpita nuovamente dalle gelate primaverili – concederà più spazio ai grappoli nella fase iniziale della campagna (dove si spuntano le quotazioni più interessanti) e le nuove varietà seedless, su cui si continua a investire, permettono un consumo del frutto sempre più orientato allo snack.



I numeri dello scorso anno sono davvero notevoli. Dalle elaborazioni del Monitor Ortofrutta di Agroter emerge una crescita delle vendite a volume del 15% e un aumento di quelle a valore del 20%. Un progresso davvero rilevante, certo la campagna 2019 aveva fatto registrare alcune problematiche in produzione, con volumi ridotti, ma il progresso delle vendite a valore è una costante dal 2014 ad oggi.



Un altro segnale promettente sono i consumi nei periodi in cui non c'è il prodotto italiano. Da inizio anno ad oggi, infatti, le uve di importazione hanno mostrato trend in crescita in distribuzione: gli italiani stanno quindi approcciando il prodotto con un consumo che tende ad essere destagionalizzato, una continuità nella preferenza del frutto che potrebbe essere un trampolino di lancio per la campagna commerciale delle uve italiane.

A tal proposito da circa una settimana sono iniziati i primi tagli in Sicilia: i grappoli di Vittoria e Black Magic sono stati accolti con favore sul mercato e da giugno i volumi inizieranno via via a crescere. Poi, quando anche la Puglia sarà in produzione, la campagna entrerà nel vivo. Sarà interessante osservare le performance durante la stagione calda: come detto ci sono tutte le premesse per ripetere i risultati del 2020 e posizionare l'uva da tavola sempre più come un prodotto estivo.

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