Mercato di Catanzaro, estate in chiaroscuro

Il bilancio della Multierre: «Bene pesche, cipolle e uva. Male i pomodori per i prezzi troppo alti»

Mercato di Catanzaro, estate in chiaroscuro
Estate di lavoro continuo ma non esaltante gli operatori del Centro agroalimentare di Catanzaro. "I mercati calabresi non hanno risposto egregiamente. Non possiamo però lamentarci, perché la Calabria è rimasta zona bianca per tutta l’estate e l’impatto positivo del turismo si è visto con i villaggi turistici che hanno lavorato al 70% del loro potenziale", sottolinea a Italiafruit News Palmino Rotundo, titolare della Ortofrutta Multierre e presidente dell'associazione grossisti di Catanzaro.

Nelle settimane estive – come spiega l’operatore – sono state altamente richieste le produzioni locali di stagione, come la cipolla e la gamma delle pesche e nettarine. Tutte caratterizzate da un’ottima qualità. “Ad oggi non abbiamo ancora iniziato a commercializzare le pesche settembrine del territorio, le cui raccolte hanno registrato un ritardo di circa 20 giorni. Se in autunno avremo un clima favorevole per il consumo, la campagna delle percoche potrà allungarsi fino a dopo metà novembre”.



Tra le novità delle ultime due settimane, Ortofrutta Multierre ha cominciato a distribuire l’uva Italia siciliana, dopo aver terminato la stagione della Vittoria con buoni risultati. “Le previsioni per l’Italia sono buone: i produttori dell’isola si aspettano una qualità ottima a livello sia di acinatura sia di croccantezza. Il prezzo dei grappoli di buona qualità si attesta attualmente attorno a 1,20 euro il chilo”. Un valore ideale per poter spingere le vendite della varietà. 



Mentre “con i pomodori di Sicilia – aggiunge Rotundo – tra gli articoli di riferimento dell’estate, da agosto stiamo soffrendo a causa dei prezzi troppo alti, legati ai problemi produttivi provocati dalle temperature estreme di oltre 40-45 gradi. Il grappolo rosso è arrivato a quotare 1,8-2 euro il chilo, il ciliegino 3 euro il chilo, il pixel 2 euro. Questi numeri, oltre a ridurre i consumi, non ci danno grandi prospettive di lavoro in considerazione del fatto che le produzioni invernali arriveranno sul mercato solo da fine novembre/dicembre”.

“Abbiamo da poco iniziato a commercializzare i fichidindia, le pomacee e le primissime partite di mandarini Miyagawa – prosegue – Per le pere si presume una campagna di prezzi molto alti: la produzione italiana è carente e dovremo per forza di cose cercare di approvvigionarci dall’estero”. 


Palmino Rotundo

Per quanto riguarda il green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro, Rotundo ritiene che la misura sia arrivata in ritardo: “Il Governo ha perso troppo tempo, a mio modo di vedere – sottolinea - L’obbligo andava autorizzato due mesi fa a luglio, per poter raggiungere l’immunità di gregge entro la fine dell’estate. Ora a farci paura è l’annunciato aumento dei costi della corrente e del gas: paghiamo già dai 7 agli 8 mila euro al mese per tenere accese le celle frigo; un rincaro del 40% sarebbe destabilizzante”.

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