Macfrut pronto a calare l'effetto sorpresa

Piraccini: siamo una fiera diversa, innovativa e di contenuti

Macfrut pronto a calare l'effetto sorpresa
Ormai ci siamo. Da domani a venerdì a Rimini va in scena Macfrut, la fiera internazionale dell'ortofrutta che giunge quest'anno alla sua 36esima edizione, la quinta nel centro fieristico riminese. "Ci consideriamo una fiera diversa da tutte le altre" sintetizza a Italiafruit News Renzo Piraccini, presidente di Macfrut. "Come dico spesso, non vogliamo essere una piccola Fruit Logistica o la copia di Fruit Attraction. Macfrut è una fiera di filiera dove non si fa solo esposizione, e che offre contenuti all’avanguardia. Uno sguardo reale e concreto sul futuro". 
  
Presidente, quali sono gli elementi più importanti di questa edizione?
Puntiamo su innovazione e internazionalizzazione, le due chiavi strategiche che sono state alla base del rilancio del Macfrut a Rimini Fiera. Oggi il settore dell’ortofrutta si trova dentro una rivoluzione tale che qualsiasi operatore della filiera non può non essere interessato a conoscere quali sono le dinamiche oggetto di imminente sviluppo. In questa edizione, in particolare, abbiamo organizzato tre grandi aree dinamiche: il Greenhouse Technology Village, che riguarda l'innovazione dell'orticoltura in serra a 360 gradi; l'Acqua Campus, riproposto dopo il grandissimo successo che abbiamo avuto nel 2018 con l’installazione di nuovi sistemi irrigui a basso utilizzo di acqua; infine, c’è il ritorno di Macfrut in Campo, quindi il campo-prova delle tecnologie. 

Sul fronte internazionale, invece, cosa si devono aspettare espositori e visitatori?
L’internazionalizzazione è il nostro fiore all'occhiello. Di solito alle fiere si incontrano i clienti più importanti che ogni azienda già conosce. A Macfrut ci si potrà invece relazionare direttamente con nuovi potenziali clienti dell’ortofrutta mondiale. Abbiamo lavorato assieme all’Ice per avere una presenza fortissima di operatori dell'Est Europa, come pure del Golfo Persico, hub strategico per i nuovi flussi commerciali. Ma quest’anno spiccherà soprattutto l’Africa (200 aziende da 14 Paesi), un Continente molto interessante per il mercato di tecnologie, macchinari e packaging. Nel corso della tre giorni saranno presenti numerosi ministri dell’Agricoltura di Paesi Africani e del Sud America, nonché rappresentanti istituzionali di numerose ambasciate. La fiera sarà inaugurata dalla Vice Ministra degli Affari Esteri, Emanuela Del Re.



E i buyer delle più importanti catene del Centro e Nord Europa, ci saranno? 
Bisogna premettere una cosa: se per molte specie l’Italia non è interessante agli occhi dei buyer europei, la colpa non è certo del Macfrut. Il nostro Paese oggi esporta soprattutto mele, kiwi, uva da tavola, prodotti biologici e insalate di prima gamma evoluta. Diverse catene europee verranno sicuramente a Rimini come visitatori per ricercare questi articoli. Mi preme evidenziare, inoltre, che le nostre operazioni di incoming si sono concentrate su buyer e operatori cinesi, coreani ed emiratini, quindi dell’oltremare. Tra gli espositori avremo il piacere di ospitare un colosso del calibro di Emirates Cargo, che ogni giorno trasporta ortofrutta per via aerea da Venezia a Dubai. In più ci sarà anche Ormesani, il principale spedizioniere italiano del settore aereo.

Qual è il primo obiettivo che vi ponete per quest’anno?
Vogliamo riaffermare il ruolo internazionale di Macfrut sia come vetrina del settore ortofrutticolo italiano, sia come unica fiera di filiera verticale del continente europeo. Fruit Logistica è una grande kermesse di prodotto. A Fruit Attraction chi vende tecnologie organizza spazi di incontro e confronto, da noi si espongono le macchine e si può vedere con i propri occhi la lavorazione dei prodotti. Si tratta di uno sforzo organizzativo ed economico completamente diverso. Siamo convinti che Macfrut possa diventare un modello fieristico di riferimento per l'Europa: un modello che, oltre alle occasioni di incontro, punti l’attenzione sull’approfondimento tecnico e sul fattore esperienziale (prove in campo, ecc.). Non a caso moltissimi qualificati tecnici da tutto il mondo parteciperanno al Forum sui Biostimolanti, al convegno sul futuro delle green-house e al Tropical Fruit Congress.

In pratica, siete l’anello di congiunzione della filiera…
Sì. Chiaramente da soli non possiamo risolvere tutti i problemi che, purtroppo, oggi hanno diverse filiere produttive italiane. Ma, di certo, sappiamo bene che una fiera di spessore può rappresentare un volano straordinario per rilanciare tutto il sistema dell'ortofrutta nazionale, perché portare e ospitare gli operatori esteri qui in Italia è ben diverso che incontrarli all’estero. Per questo motivo l'Ice Agenzia continuerà a sostenere i nostri programmi di internazionalizzazione anche in futuro. Nelle ultime quattro edizioni a Rimini abbiamo fatto un salto in avanti non indifferente, crescendo più di altre fiere estere. Credo comunque che il margine di sviluppo sia ancora ampio. 



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