Trentino più «green» nei fatti e nei numeri

Presentati seconda edizione del bilancio di sostenibilità e obiettivi 2022

Trentino più «green» nei fatti e nei numeri
Una consistente riduzione nell’impiego di fitofarmaci sia a livello quantitativo (-30% sul 2012), che in termini di impatto sull’ambiente, l'aumento delle superfici biologiche in linea con il target prefissato (oggi al 9% del totale della frutticoltura trentina), il crollo dell’impatto carbonico del ciclo produttivo (-20% rispetto al quinquennio 2014-2018), nuovi impianti con varietà resistenti, nel rispetto della biodiversità territoriale: sono alcuni dei traguardi più significativi riportati dalla seconda edizione del Bilancio di sostenibilità, quello 2020, presentato ieri in conferenza stampa da Apot  nell'ambito del progetto Trentino Frutticolo Sostenibile. Ne hanno parlato, supportati da una sfilza di dati e slide, Ennio Magnani e Alessandro Dalpiaz, rispettivamente presidente e direttore dell'Associazione Produttori di Ortofrutta del Trentino insieme a Roberto Della Casa, presidente di Agroter Group, che hanno tracciato nell'occasione gli obiettivi 2022.



Dopo la prima edizione relativa al triennio 2017-2019, il secondo bilancio è stato redatto conformemente agli standard indicati dall’organizzazione non profit Global Reporting Initiative (Gri), fra i più utilizzati al mondo, al fine di fornire una valutazione comparabile della sostenibilità raggiunta dal sistema. Il documento promosso da Apot assieme ai Consorzi Melinda e “la Trentina” propone un'accurata analisi e rendicontazione dei risultati perseguiti, nelle diverse componenti economiche, sociali e ambientali. La frutticoltura in Trentino genera un valore di 376 milioni di euro.



La terza edizione del bilancio di sostenibilità è già programmata per il 2023: nel piano triennale spiccano l’introduzione nel sistema di un “manager per la sostenibilità”, ritenuto fondamentale per organizzare in maniera ancora più organica ed efficace il lavoro di un’area verso la quale il settore intende orientarsi ancora più decisamente, così come l’obiettivo di salvaguardare le aree boscate di pregio, quali elementi di biodiversità, espressione di un paesaggio caratteristico ma fonte anche di preziosi servizi ecosistemici utili anche per il settore produttivo agricolo ed un impegno di dialogo verso il mondo dell’apicoltura, che contribuisce ad arricchire l’ampio paniere di impegni di Apot.

Il settore si pone inoltre l’obiettivo di adottare pienamente il Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata, arricchito da nuove sezioni rivolte all’ambiente ed al sociale, che porteranno tale strumento di certificazione a divenire vero e proprio riferimento di sostenibilità misurata e dei miglioramenti prodotti, che potrà favorire e sostenere gli obiettivi di riduzione dell’uso di agrofarmaci (-5%) già evidenziati nel periodo 2017-2019. 



Per il biologico si prevede un ciclo di assestamento dopo lo sforzo di crescita fino al 2019, mentre proseguirà il progetto di impianto di varietà resistenti alle patologie del melo in prossimità di aree sensibili: vi saranno dedicati 50 ettari in più. 

Tra le sfide più avvincenti citate in conferenza stampa nel giorno dell’Earth Day 2021 spicca -
in una fase di acuta sensibilità nei confronti dell’impiego di materiali a minore impatto - l’obiettivo di una veloce transizione verso imballaggi totalmente sostenibili già nel 2022.

"La seconda edizione del bilancio costituisce un’innovazione epocale nell’approccio alla sostenibilità da parte della frutticoltura trentina, poiché da documento di prevalente rendicontazione si trasforma in strumento di progettazione e programmazione delle attività future con le priorità individuate di concerto con tutti i portatori di interesse - ha spiegato Roberto Della Casa, coordinatore editoriale del documento - Uno strumento che va così ad affiancare i tradizionali tool economico-finanziari impiegati, rendendo ancor più pregnante la sostenibilità nel sistema imprenditoriale della frutticoltura trentina".



Molti i cluster analizzati nel Bilancio di Sostenibilità 2020. Ecco di seguito alcuni estratti:

Energie rinnovabili. La produzione complessiva del fotovoltaico è pari a oltre 6,5 milioni di KWh ed è sufficiente a garantire l’energia elettrica necessaria per l’illuminazione pubblica di una cittadina da 65.000 abitanti sulla base di un consumo pro capite di 100 Kwh, come stimato dall’Osservatorio sui consumi pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. 

Oasi biologiche. Negli ultimi anni quattro anni in Trentino sono raddoppiati gli ettari di frutteti biologici, passati dai 510 del 2016 ai 1.071 del 2019. Il sistema Apot ha avuto un ruolo importante in questa crescita passando da 126 ettari nel 2016 a 475 nel 2019. Anche gli ettari di cultivar resistenti sono triplicati nello stesso orizzonte, da 48 sono passati a 154, centrando in ogni caso pienamente gli obiettivi programmati nel 2016.

Apicoltura. Rispetto la 2016 anche il numero di apicoltori nel territorio è aumentato, passando dai 1.755 del 2016 ai 2.060 del 2019 e da circa 25.000 ad oltre 35.000 arnie. Questi numeri dimostrano quanto il sistema produttivo trentino sia strutturalmente idoneo a una proficua simbiosi con le api, che sono un indicatore privilegiato di sostenibilità ambientale e un alleato fondamentale per la qualità dei frutti e per la sostenibilità economica.

Biodiversità: i risultati del monitoraggio annuale sul livello di biodiversità confermano un profilo molto positivo di vita nel suolo, con un punteggio di 137 dell’indice QBS (Qualità Biologica del Suolo) rispetto al massimo di 160.

Emissioni CO2: Secondo l’EPD (Enviromental Product Declaration), la frutticultura trentina è uno dei più virtuosi areali di produzione in Italia e ha registrato un miglioramento di 0,4 kg di Co2 equivalente per ogni chilogrammo di mele prodotte rispetto agli inizi del decennio e pari al 21%. 

 

Fitofarmaci. L’adozione oramai generalizzata della produzione integrata è una delle massime espressioni dell’attenzione alla sostenibilità della frutticoltura trentina, attraverso un percorso fatto di una scelta continua di nuove molecole più virtuose sia sotto il profilo tossicologico e dell’impatto sull’ambiente, frequentemente anche in anticipo rispetto all’evoluzione delle normative europee e nazionali. Dal primo bilancio del 2016 a quello del 2019 la riduzione media annua è stata di oltre il 30% in termini di kg di principi attivi per ha con un miglioramento del 30% del profilo di rischio.

Salubrità dei prodotti. Il sistema ortofrutticolo trentino è da sempre molto attento al tema, tanto che continua ad utilizzare un apposito sistema di controlli particolarmente stringente. Dai controlli sui residui nelle mele, infatti, emerge che, negli ultimi quattro anni, sui 1.874 campioni analizzati il 99% è risultato conforme. Più in dettaglio, nell’arco temporale 2016 – 2019 sono state ricercate 886.034 sostanze attive, di cui il 99,9% ha dato risultato “non rilevabile” o con residuo inferiore al 30% del limite massimo ammesso dalla legge.

“Siamo molto contenti della strategia adottata, improntata sulla trasparenza e sul dialogo, ma anche dei risultati ottenuti, che ci confermano la rispondenza alle esigenze sociali e di mercato ed oggi anche agli obiettivi della nuova politica comunitaria", ha dichiarato il presidente Apot Magnani. "Questo percorso, che assieme alla Provincia autonoma di Trento e all’Assessore Giulia Zanotelli - a sua volta presente in conferenza stampa - stiamo sviluppando con professionalità, costanza e coerenza, sta già dando i frutti sperati e ci permetterà di distinguere sempre di più il sistema frutticolo e agricolo trentino per capacità di rispondere alle richieste sociali e di mercato".  Nel corso della conferenza stampa si è parlato anche delle celle ipogee utilizzate da Melinda per conservare le mele, altro esempio concreto di sostenibilità con la "s" maiuscola.

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