Fragole, Cso: «Spiragli di ottimismo»

Ampliamento del calendario, varietà eccellenti. Superfici giù del 4%, +4% i consumi 2014

Fragole, Cso: «Spiragli di ottimismo»
Nel 2014 il consumo di fragole in Italia è aumentato del 4% rispetto all'anno precedente. Lo evidenzia uno studio del Cso-Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara pubblicato venerdì scorso che rileva, inoltre, "spiragli positivi di ottimismo" derivanti dall'ampliamento del calendario commerciale e dalle varietà eccellenti disponibili sui nostri mercati.

Tra poche settimane la produzione di fragole italiane entrerà nel pieno dell'offerta. I nostri fragolicoltori arrivano da una stagione molto difficile che ha visto concentrarsi fattori climatici avversi, elevata produzione e scarsa recettività dei mercati, con un conseguente drammatico crollo dei prezzi. I dati del Cso registrano quindi una prevedibile prudenza negli investimenti produttivi: la fragolicoltura specializzata scende nel 2015 del 4% a circa 3.570 ettari, collocandosi su valori molto simili a quelli del 2011.

La contrazione riguarda alcuni dei bacini produttivi più importanti d'Italia: a fronte di una decisa riduzione in Calabria (-20%) e Sicilia (-5%), la Campania perdendo solo l'1% di superfice coltivata si conferma la prima regione di produzione italiana. La Basilicata è in netta controtendenza affermando una crescita produttiva del +9%, rispetto al 2014. A livello varietale è interessante notare la sempre maggiore concentrazione di alcune regioni del Sud su alcune varietà: in Basilicata la varietà Candonga rappresenta di gran lunga quella più coltivata, con circa l'80% degli impianti della Regione, mentre in Campania è la varietà Sabrina a detenere oltre il 60% degli investimenti.

Per quanto riguarda il Nord, il Veneto si conferma regione leader malgrado registri un calo molto significativo degli ettari coltivati. Rispetto al 2014, infatti, il Cso rileva 100 ettari in meno coltivati a fragola. L'area fragolicola veneta più importante è il veronese. In sensibile calo anche le coltivazioni in Emilia Romagna (-6%) e nelle provincie di Bolzano (-12%) e Trento (-5%). Il Piemonte si presenta invece in controtendenza rispetto alle altre Regioni del Nord, con un incremento di superfici  pari al 13%.

Secondo il Cso, infine, l'83% della superfice coltivata nel nostro Paese riguarda impianti in coltura protetta (-2% rispetto al 2014), mentre il rimanente 17% è in pieno campo (-10%).

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