Biologico, la Gdo «semina» gli specializzati

Nielsen per AssoBio: raggiunto il 38% delle vendite (contro il 29%)

Biologico, la Gdo «semina» gli specializzati
Nel 2017 la crescita dei fatturati dei negozi è sostenuta dall’alimentare. In particolare, continua la crescita del largo consumo confezionato, mentre prodotti naturali, salutari e/o con una componente di servizio registrano performance sopra la media.

L’alimentare biologico è in sviluppo costante e nei primi sette mesi di quest’anno ha superato il 3% del totale delle vendite: cinque volte in più rispetto al 2000. Contribuendo al 16% della crescita dell’alimentare.



Nello specifico, nella grande distribuzione organizzata si registra un 16,7% in più, con punte del +24,9% per i discount, del +18,7% per il libero servizio e del +17,5% per i super.
Sono questi alcuni dei dati Nielsen presentati sabato scorso al Sana di Bologna durante il convegno “Attenti a quei due, il mercato biologico nel canale specializzato e nella Gdo” organizzato da AssoBio, l’Associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici e naturali.



Coordinati dal presidente di AssoBio, Roberto Zanoni, Nicola De Carne, retailer client business partner di Nielsen, e Roberto Pinton, segretario dell’Associazione, hanno analizzato le vendite di prodotti biologici nei due canali, evidenziandone l’avanzata nella Gdo, che rappresenta ormai il 38% delle vendite a valore contro il 29% dello specializzato.

Ma partiamo dall’inizio. I dati relativi ai primi sette mesi del 2017 testimoniano un’impennata delle vendite: solo in super e ipermercati il giro di affari supera il 1 miliardo e 100 milioni. A luglio 2017, il contributo del biologico alla crescita ha fatto segnare un +16,7% con assortimenti sempre più ampi.




Osservando la ripartizione geografica, è l’area 2 a registrare le migliori performance, con il peso del bio a quota 4% e trend a valore del +12,1%. Seguono con il 3,3% l’area 1 (+17,6%) e l’area 3 (+14,5%), mentre il Sud e la Sicilia valgono solo l’1,9% ma con un trend di crescita a valore del 26,4%.
Trentino, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria e Marche le regioni più virtuose.

Per quanto riguarda, invece, il peso delle aree merceologiche, a luglio 2017 l’ortofrutta si conferma al primo posto: se a luglio 2016 pesava per il 4,5%, un anno dopo ha toccato quota 5,3%. Ma è interessante anche notare come frutta e verdura pesino sul bio per l’11,6% e, sulla crescita bio dell’ultimo anno, per il 14,1%.



Guardando alle referenze più vendute, nella grande distribuzione i consumatori prediligono l’acquisto di gallette di riso, uova, composta di frutta, bevande vegetali sostitutive del latte e pasta.



Nell’ultimo anno, poi, sono in crescita gli acquirenti abituali di bio (almeno un atto d’acquisto a settimana): un milione in più di persone, per un totale di 5,2 milioni, che contribuiscono alla quasi totalità della crescita degli acquisti (91%).

Dopo avere ricordato le emergenze di un’analisi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (che rivela come il 63,9% delle acque superficiali e il 31,7% di quelle sotterranee siano contaminati e come, per ogni italiano, l’agricoltura immetta nell’ambiente 70,5 kg di pesticidi), il segretario di AssoBio, Roberto Pinton, ha presentato i dati relativi alle forniture al retail specializzato, che si conferma comunque il secondo principale canale (+3,5% di vendite nel 2016).



I primi cinque prodotti venduti nel canale specializzato sono le bevande vegetali sostitutive del latte, le banane fair-trade, le uova, le zucchine e i dessert di soia.
Altri prodotti da tenere “sotto osservazione” sono – per quel che riguarda il nostro settore - le bacche e i semi, i limoni, i burger vegetariani/vegani e le carote.

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