Noce, primi risultati del progetto nazionale Port.Noc

Il rilancio della nocicoltura da frutto passa (anche) per lo sviluppo di portinnesti resistenti

Noce, primi risultati del progetto nazionale Port.Noc
Il consumo di noci in Italia e nel mondo è in continua crescita, sostenuto anche dalle proprietà salutistiche legate al prodotto. Ma il nostro Paese, pur disponendo di zone vocate alla coltivazione della nocicoltura da frutto e di un’importante tradizione, non riesce a far fronte alle esigenze interne e, pertanto, ricorre alle importazioni in modo ingente.

Oltre all’utilizzo di varietà a fruttificazione laterale (le più idonee alla coltivazione specializzata) e all’incremento degli impianti, per rilanciare il noce da frutto in Italia serve risolvere le problematiche fitopatologiche. Prima tra tutte, Phytophthora cinnamomi, il patogeno terricolo che colpisce radici e colletto causando fenomeni di deperimento e moria.

Così, sollecitato dalle esigenze manifestate dai nocicoltori specializzati, è stato sviluppato il progetto Port.Noc che ha l’obiettivo principale di ottenere portainnesti tolleranti/resistenti a Phytophthora e vigorosi, per anticipare l’entrata in produzione, con buone capacità di propagazione in vivo e in vitro

“A dicembre dell’anno scorso, grazie al sostegno del ministero delle Politiche agricole, il progetto triennale è stato finanziato – spiega a Italiafruit News Veronica Bertoldo della Regione Veneto – PortNoc si fonda sulla stretta collaborazione tra quattro unità operative di ricerca note per la loro profonda conoscenza sul noce. In particolare, si tratta del Crea Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria con le Unità operative Difesa e certificazione (DC, che coordina il progetto); Olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura (Ofa); Foreste e legno (Fl) e il Cnr Consiglio nazionale delle ricerche con l’Istituto di biologia agroambientale e forestale (Ibaf)”.

“Il coordinamento delle attività tra le varie unità operative e gli stakeholder, la promozione delle azioni progettuali e la divulgazione dei risultati ottenuti – continua Bertoldo - sono svolti a titolo gratuito dalla Regione Veneto, pioniera della moderna nocicoltura con due Organizzazioni di produttori operative a livello nazionale (Nogalba e Il Noceto)”.

A distanza di un anno dal finanziamento ministeriale, il progetto ha iniziato a dare i primi importanti risultati. “Proprio per comunicare e divulgare le attività svolte e gli obiettivi raggiunti – conclude Veronica Bertoldo - nei primi mesi del 2018 organizzeremo un convegno nazionale che vedrà coinvolti i territori regionali e i loro produttori”.

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