Tra hi-tech e luci a Led, ecco i pomodori del futuro

A Ostellato, nel Ferrarese, Fresh Guru produce smart ed ecofriendly

Tra hi-tech e luci a Led, ecco i pomodori del futuro
A Ostellato, nel Ferrarese, sta prendendo forma un progetto innovativo in termini di automazione digitalizzata. Parliamo della produzione fuori suolo di pomodoro grappolo su 12 ettari di serre idroponiche, la metà dei quali illuminati con luce artificiale a Led. Un investimento di 25 milioni di euro.



“L’attività sta proseguendo, perché abbiamo già avviato la costruzione dei lotti Ostellato 3 e 4: altri 20 ettari, che porteranno a un totale di 32 la superficie sulla quale produrre pomodori 365 giorni l’anno”, spiega a Italiafruit News Alessio Orlandi, direttore commerciale e marketing di Fri-El Green House. Controllata del gruppo bolzanino Fri-El, leader nelle energie rinnovabili con una ventina di impianti a biomasse sull’intero territorio nazionale, l’azienda mira a diffondere l’impiego dell’energia termica prodotta dagli impianti a biogas anche al mondo agricolo.

E Fresh Guru è il brand con il quale Fri-El Green House ha intrapreso il percorso nel segmento del pomodoro idroponico. “Vogliamo essere guru del settore – dice Orlandi - con prodotti più buoni, più freschi e più rispettosi dell’ambiente e la partnership con C-Led (la società del gruppo imolese Cefla che con l’Università di Bologna ha brevettato le luci a Led interfila, ndr) ci permette di essere ancora più innovativi, grazie all’utilizzo di lampade che danno alle nostre piante la giusta ricetta di luce”.



“Noi parliamo di una produzione più naturale della natura stessa – prosegue il manager - Intanto perché per riscaldamento, corrente elettrica e anidride carbonica si utilizzano le energie prodotte dalle centrali di biogas e poi perché, con il fuori suolo, non si inquinano le falde con la dispersione dei fertilizzanti. La serra riscaldata chiusa è un ambiente protetto e si può ottenere il massimo controllo delle fitopatie, compreso l’utilizzo di insetti utili per combattere i patogeni”.

Ma non finisce qui. La raccolta dell’acqua piovana e il recupero di quella utilizzata per l’irrigazione permettono di tagliare del 70% i consumi idrici. Utilizzando il 70% in meno dei terreni. Il prodotto non conforme e le piante vecchie sono impiegati come biomassa nei digestori (ciclo chiuso).



“Nei prossimi due anni sono previsti ulteriori 70 milioni di investimento per costruire altri 20 ettari di serre riscaldate e illuminate, con la creazione di 200 nuovi posti di lavoro che si aggiungono agli 80 attuali – precisa Orlandi – e, se alla fine di quest’anno i 32 ettari saranno tutti in produzione, è credibile dire che supereremo il centinaio tra cinque anni”.

“Probabilmente il prossimo inverno partiremo anche con la coltivazione della tipologia di pomodoro cuore di bue, ma stiamo studiando altre orticole e altre tecnologie per le piante da foglia. Sicuramente queste strutture, dotate di grande versatilità, permettono di cambiare velocemente il tipo di produzione ma soprattutto – conclude Orlandi – di costruire programmi certi nel rispetto della qualità e dell’ambiente”.

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