«All'ortofrutta italiana serve un piano competitività»

Italy Trade: aiutare le imprese concretamente per sostenere l'export

«All'ortofrutta italiana serve un piano competitività»
L'ortofrutta deve fare sistema per uscire il prima possibile dalla battaglia dei prezzi bassi, il problema più urgente da affrontare e risolvere. Ne è convinto Andrea Urso, Ceo di Italy Trade, che si ricollega al tema dello Speciale Frutta&Verdura "Da filiera a sistema" per spronare le istituzioni a un intervento strategico sul settore. "Il pubblico dovrebbe aiutare gli operatori ad essere più competitivi, sostenendo la vendita di ortofrutta - dice l'imprenditore - Penso a interventi sui costi di trasporto della merce che dal Sud deve arrivare agli hub distributivi; oppure a sgravi sugli imballaggi, sul costo del lavoro degli addetti dei magazzini... Insomma, usare i soldi pubblici concretamente per aiutare l'esportazione, perché competere con Spagna e Olanda non è semplice, soprattutto quando decidono di svendere la produzione. Le risorse pubbliche dovrebbero servire ad abbassare i prezzi, non agendo sulle quotazioni riconosciute ai produttori, ovviamente, ma sui costi sostenuti dalle imprese. Qui entra in gioco l'importanza di fare sistema".

Poi, per il fondatore di Italy Trade, sul mercato interno ci dovrebbe essere un tacito accordo per valorizzare la produzione nazionale. "Tutte le catene distributive, e non solo alcune, dovrebbero privilegiare l'ortofrutta Made in Italy: e se i prodotti italiani saranno più competitivi mi aspetto un effetto moltiplicatori nei reparti ortofrutta e negli acquisti dei consumatori".



A livello europeo, invece, per Urso servirebbero politiche più attente agli equilibri delle singole nazioni. "Mi aspetterei più controlli sulle importazioni oltremare e ora con il Recovery Fund c'è l'occasione di investire per il Made in Italy - ragiona l'imprenditore - Ma c'è un tema politico più ampio: se in Europa si danno fondi per la produzione ortofrutticola in serra nei Paesi del Nord, quelli del Sud, come l'Italia che contribuisce in maniera importante al bilancio comunitario, vengono penalizzati: il Nord sosteniamolo su progetti come quelli legati all'energia, mentre lasciamo all'agricoltura il suo spazio al Sud".

Dentro e fuori il settore "fare sistema è difficile. Ci sono tanti interessi da superare, ma se si iniziasse con un intervento pubblico capace di sgravare le imprese e spingere il prodotto italiano sul fronte dell'export, dando quindi competitivà al settore, ragionare di alleanze e sistema sarebbe più fattibile. Prima, però - conclude Andrea Urso - Bisogna lasciarsi alle spalle la lotta sui centesimi".

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