Kiwi Hayward, al via le raccolte in Romagna

Produzioni ok negli impianti con antibrina o ventoloni. Altrove c'è poco

Kiwi Hayward, al via le raccolte in Romagna
L’irrigazione antibrina ed i ventoloni sono serviti – e non poco – ai produttori di kiwi Hayward dell’Emilia-Romagna, i quali hanno iniziato le raccolte da pochi giorni. I mezzi di difesa attiva si sono infatti dimostrati molto efficaci per superare al meglio le gelate della scorsa primavera: è quanto confermano alcuni soci di Agrintesa dell’areale faentino.

“Le performance produttive degli impianti dotati di antibrina e/o ventoloni sono completamente differenti rispetto a quelle degli actinidieti esenti da questi sistemi”, dice a Italiafruit News Maurizio Castellari, frutticoltore che coltiva 12 ettari di Hayward nella pianura romagnola tra Faenza e Forlì. “Noi abbiamo l’antibrina su 6 ettari e in questo caso la produzione si è salvata: c’è l’80% del raccolto e anche la qualità è molto buona. Nei frutteti di Hayward senza antibrina, invece, la produzione è compromessa e ci sono frutti deformati e brutti da vedere”.


Anche il frutticoltore Fabrizio Casadio conferma la medesima situazione. “Nelle pianure tra Faenza e Forlì – sostiene – gli appezzamenti di Hayward hanno registrato danni da gelo compresi tra il 70 ed il 100% dove non c’erano mezzi di difesa attivi. Attualmente tutti i nostri impianti di frutta sono protetti sia dai ventoloni che dall’antibrina sotto chioma. Nel caso del kiwi verde, la nostra produzione che copre 5 ettari presenta una ottima qualità nella forma, nella pezzatura e nelle caratteristiche organolettiche grazie anche ai tre interventi di diradamento che abbiamo realizzato in prefioritura, post fioritura e a luglio per contenere l’eccesiva allegagione iniziale”.

“La raccolta Hayward è partita lunedì 25 ottobre, come da indicazione della cooperativa Agrintesa – aggiunge Casadio – e sta procedendo in maniera ottimale. Ci aspettiamo di raccogliere il 90-100% del potenziale e di avere buone soddisfazioni dal punto di vista del ritorno economico”.

Nel comprensorio di Faenza, secondo le valutazioni dei due soci di Agrintesa, la produzione di Hayward dovrebbe attestarsi sul 50-60% rispetto ad un’annata normale. “Nel complesso sembra che i volumi saranno leggermente superiori a quelli del 2020 - prosegue Casadio – Tuttavia, l’annata sarà ancora una volta condizionati dal freddo tardivo della primavera”. 



Per il futuro Casadio ha in programma di montare altri ventoloni (oltre ai nove già presenti in azienda), in quanto ha notato che l’irrigazione sotto chioma – impostata su 22 ettari di frutta – dopo 2-3 accensioni può rischiare di causare danni irreversibili alle piante, specialmente su kiwi, albicocco e pesco. “Il ventolone è inoltre un sistema più economico a livello di costi di gestione e più adatto alla matrice dei nostri terreni”. 

Del parere opposto è Castellari: “Dal 2003 abbiamo investito sull’antibrina e ci siamo sempre trovati bene. Ci è utile anche per l’estate. Tanti produttori locali quest’anno approfitteranno dei nuovi bandi della Regione Emilia-Romagna per comprare ventoloni. Noi per il momento non abbiamo partecipato ai bandi, ma valuteremo questa opportunità in futuro. Certo è che il rumore notturno delle ventole potrebbe diventare un problema per la popolazione”.



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