LE NUOVE SFIDE PER L'ORTOFRUTTA ITALIANA...CON PAOLO BRUNI, PRESIDENTE DEL CSO

LE NUOVE SFIDE PER L'ORTOFRUTTA ITALIANA...CON PAOLO BRUNI, PRESIDENTE DEL CSO
Della Casa - Presidente, intanto complimenti per la rielezione ai vertici del CSO. Un orizzonte triennale di nuove sfide l'attende e su questo non possiamo che farle i nostri migliori auguri. In questo orizzonte, quali sono le tre priorità che a suo avviso dobbiamo affrontare per garantire al nostro sistema ortofrutticolo un futuro sostenibile?

Bruni - Grazie per l'incoraggiamento. La sua domanda contiene già implicitamente una delle tre priorità che ritengo debba essere presa in grande considerazione nel sistema ortofrutticolo italiano ed è proprio quella della sostenibilità.
Nell'ottica di mercato globale entro cui dobbiamo necessariamente collocarci è chiaro che la qualità, intesa nel senso tradizionale del termine, è un prerequisito e come tale sarà difficile usarla come elemento di differenziazione commerciale. Ritengo, invece, che la sostenibilità sia un elemento chiave su cui focalizzare il nostro impegno. E' palese che il nostro settore possiede già al suo interno i valori della sostenibilità, ed è proprio in ragione di questo che ritengo si debbano scegliere, coraggiosamente, strade che possano valorizzare sempre più una gestione del sistema ortofrutticolo sostenibile attraverso una razionalizzazione ed ottimizzazione di tutti i fattori che concorrono all'ottenimento dei prodotti ed alla loro immissione sul mercato, dal campo al punto vendita.
Dalla priorità descritta sopra discendono le altre che vedo ad essa correlate. Penso che il nostro impegno per il futuro si dovrà concentrare sulla creazione di "valore" per i produttori e di conseguenza per tutta la filiera. Il valore a mio parere deve partire dalla produzione e poi distribuirsi a cascata sui successivi anelli, non viceversa; e su questo inserirei la terza priorità che a mio parere dovrà dominare le scelte da attuare nei prossimi anni per l'ortofrutta italiana: l'ottimizzazione logistica del settore. Creare infrastrutture e organizzazioni in grado di risolvere i grandi problemi logistici che abbiamo oggi in Italia porterebbe senza dubbio ad una maggiore competitività delle aziende che devono esportare i prodotti in tutto il mondo.

Della Casa - Quali sono i punti salienti del suo nuovo mandato come Presidente di CSO?

Bruni - Il CSO oggi è una realtà molto diversa rispetto a quando e' stata costituita nel lontano 1998. Siamo passati da una base sociale di 9 imprese leader collocate prevalentemente in Emilia Romagna alle attuali 66 imprese socie distribuite su tutto il territorio nazionale e articolate sia nell'area produzione sia nell'indotto, dal packaging alle tecnologie più avanzate per produrre.
Questo nuovo assetto societario di CSO ci offre opportunità straordinarie sul piano della proposizione di attività tecniche, strettamente legate alle esigenze della base sociale e strettamente necessarie per la crescita dell'intero settore.
Io sono sempre stato un Presidente attento all'equilibrio tra i vari componenti della base sociale ed oggi lo sarò ancora di più perché ritengo che la sinergia sia, in questa fase, uno degli elementi chiave per il successo.
Abbiamo già in corso, al CSO, attività altamente sinergiche dove giochiamo un ruolo di supporto operativo che ritengo possa essere utile a tutti; mi riferisco ad esempio al coordinamento tecnico di CSO per la rimozione delle barriere fitosanitarie o l'attività messa in campo con Fruitimprese per coordinare la presenza dell'ortofrutta italiana nelle Fiere all'estero. Si tratta di un approccio che mette in primo piano le esigenze della base sociale del CSO e ci vede attivi sul piano tecnico operativo per mettere a disposizione del settore le competenze e l'operatività che abbiamo costruito in questi 15 anni di attività.

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