IL MALTEMPO GONFIERA’ I PREZZI DI PATATE, POMODORI E BIETOLE

IL MALTEMPO GONFIERA’ I PREZZI DI PATATE, POMODORI E BIETOLE
Tanta pioggia così non si vedeva da quarant’anni. Nel solo mese di marzo le precipitazioni cadute sul nord Italia sono state superiori del 60 per cento alla media del periodo 1971-2000. Con punte del 300 per cento in vaste aree del Nordest. I risultati sono stati disastrosi per le coltivazioni: campi e ortaggi trasformati in acquitrini, del tutto impraticabili a trattori, motozappe e seminatrici. Sono in ritardo, anzi in ritardassimo, gran parte delle colture legate ai lavori primaverili. Alcune rischiano addirittura di germinare ben oltre il tempo massimo per essere produttive. E comunque i ritardi accumulati avranno inevitabili ripercussioni sui prezzi alla produzione. Figuriamoci su quelli al consumo.
Dopo il blocco di semine e trapianti, soprattutto per le colture orticole, secondo una stima della Coldiretti i raccolti rischiano di crollare di almeno il 10 per cento nelle regioni del Settentrione. I ritardi maggiori si registrano per bietola, patata, pomodoro, foraggere, mais e sorgo.
Per le orticole il calo della produzione avrà ripercussioni evidenti fin dalle prossime settimane sui prezzi al dettaglio. Insomma, ce ne accorgeremo ben presto a nostre spese.
Il conto dei rincari al consumo si potrà fare soltanto fra qualche mese. I più pessimisti temono aumenti che nei periodi di massima richiesta per frutta e verdura potrebbero arrivare al 30 per cento. Con punte dal 35 al 50 per il pomodoro da insalata. Gli unici dati disponibili, per ora, sono quelli raccolti ed elaborati dall’Istat (cfr. Italiafruit del 2 maggio 2013) che testimoniano quanto il “surriscaldamento” delle quotazioni sia di fatto già iniziato. Lo scorso aprile, rispetto allo stesso mese del 2012, i prodotti alimentari che hanno registrato il maggior incremento sono la frutta fresca (+8,1 per cento) e i vegetali freschi (+6,6 per cento). A conferma che quando sul mercato sale la febbre di prezzi non si salva nessuna categoria merceologica, sono stati rilevati incrementi di prezzo anche per i vini (+4,4 per cento) e l’olio di oliva (+3,7 per cento).
A frenare la pressione speculativa sui prezzi al consumo potrebbe essere però il timore di un’ulteriore contrazione della domanda finale, come spiega il responsabile economico della Coldiretti, Lorenzo Bazzana: “Con i consumi così depressi nessuno può rischiare di raddoppiare il prezzo dei prodotti. C`è poi l’effetto sostituzione capace almeno in parte di calmierare il mercato. Se, per esempio, il prezzo degli asparagi o dei carciofi dovesse impennarsi oltre il ragionevole, i consumatori sono pronti a orientarsi su altri ortaggi”. Il banco di prova saranno le quotazioni della frutta. “Ciliegie e pesche sono in ritardo di almeno due o tre settimane, prosegue Bazzana. Mentre per alcune orticole potrebbero verificarsi alcuni vuoti di offerta. Ma non mi preoccuperei troppo: fatti salvi i danni ai produttori, le produzioni orticole italiane non soddisfano da tempo la domanda interna. In caso di necessità ne importeremo un quantitativo superiore a quello degli anni scorsi”.

Fonte: Libero