Attualità
ORTOFRUTTA RAGUSANA, SPERANZE DAL NUOVO AEROPORTO DI COMISO APERTO GIOVEDI' SCORSO
La provincia di Ragusa, un tempo considerata tra le più ricche e più vive del Paese, negli ultimi anni appare piegata da una crisi che è soprattutto dell'agricoltura e del polo ortofrutticolo. Il tasso di disoccupazione nella provincia ha raggiunto il 19,4 per cento nel 2012: 11,4 punti percentuali in più rispetto al 2004, quando era dell'8 per cento.
Cosa possa significare per la Sicilia e per l'Italia il polo ragusano è presto detto: circa 6 mila imprese e 150 mila addetti in un'area che va da Campobello di Licata (Agrigento) fino a Pachino (Siracusa). Insomma un settore che va oltre la provincia di Ragusa dove si trovano i grandi mercati ortofrutticoli: ogni notte partono circa 500 Tir.
In altri tempi i prodotti agricoli ragusani non avevano praticamente concorrenza. "Oggi non è più così - dichiara a Il Sole 24 Ore Giovanni Denaro, presidente della Fiera Emaia di Vittoria, l'unica struttura fieristica in tutta la Sicilia - la crisi è ormai fortissima, i dati sulla disoccupazione dimostrano che le cose sono molto cambiate. È difficile dare i dati precisi anche perché le famiglie gestiscono tutto in economia e non si rendono spesso conto di rischiare la morte economica".
Un'analisi più accurata fatta da Renata Giunta, ricercatrice della Fondazione RES (Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia), spiega meglio la situazione: "L'aumento della disoccupazione è ovvio considerato che Ragusa e Siracusa sono le due province siciliane che maggiormente dipendono dal privato e che hanno dunque risentito della crisi economica. Per quanto riguarda l'agricoltura - sottolinea la ricercatrice - possiamo dire che il settore è strutturalmente in evoluzione e che ci si è resi conto che non è più possibile fare agricoltura per hobby né sono più consentite attività speculative. E ciò, dopo l'anno nero del settore che è stato il 2010, porterà a una selezione e a un miglioramento".
Settore, quello agricolo, che certamente avrebbe più benefici dalla modernizzazione del collegamento tra Catania e Ragusa ma che nell'apertura dell'aeroporto di Comiso avvenuta giovedì intravede possibili sviluppi. È l'occasione per riflettere sul futuro: "Forse - prosegue Giunta - nell'immediato lo scalo non porterà benefici diretti al settore agricolo, ma nel medio-lungo periodo sicuramente sì, quantomeno per ragioni di marketing". Ne potrebbe avere di maggiori se vi fosse, per esempio, una migliore integrazione tra la filiera agricola e quella turistica. Intanto può raccogliere buoni frutti chi fa attività fieristica: "Per noi - aggiunge Denaro - cambia la prospettiva: prima eravamo una fiera di rilevanza locale, ora invece possiamo pensare a qualcosa di diverso. La fiera può essere un riferimento per i mercati dell'Est e del Nord Africa e aiutare il sistema locale".
Fonte: Il Sole 24 Ore
Cosa possa significare per la Sicilia e per l'Italia il polo ragusano è presto detto: circa 6 mila imprese e 150 mila addetti in un'area che va da Campobello di Licata (Agrigento) fino a Pachino (Siracusa). Insomma un settore che va oltre la provincia di Ragusa dove si trovano i grandi mercati ortofrutticoli: ogni notte partono circa 500 Tir.
In altri tempi i prodotti agricoli ragusani non avevano praticamente concorrenza. "Oggi non è più così - dichiara a Il Sole 24 Ore Giovanni Denaro, presidente della Fiera Emaia di Vittoria, l'unica struttura fieristica in tutta la Sicilia - la crisi è ormai fortissima, i dati sulla disoccupazione dimostrano che le cose sono molto cambiate. È difficile dare i dati precisi anche perché le famiglie gestiscono tutto in economia e non si rendono spesso conto di rischiare la morte economica".
Un'analisi più accurata fatta da Renata Giunta, ricercatrice della Fondazione RES (Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia), spiega meglio la situazione: "L'aumento della disoccupazione è ovvio considerato che Ragusa e Siracusa sono le due province siciliane che maggiormente dipendono dal privato e che hanno dunque risentito della crisi economica. Per quanto riguarda l'agricoltura - sottolinea la ricercatrice - possiamo dire che il settore è strutturalmente in evoluzione e che ci si è resi conto che non è più possibile fare agricoltura per hobby né sono più consentite attività speculative. E ciò, dopo l'anno nero del settore che è stato il 2010, porterà a una selezione e a un miglioramento".
Settore, quello agricolo, che certamente avrebbe più benefici dalla modernizzazione del collegamento tra Catania e Ragusa ma che nell'apertura dell'aeroporto di Comiso avvenuta giovedì intravede possibili sviluppi. È l'occasione per riflettere sul futuro: "Forse - prosegue Giunta - nell'immediato lo scalo non porterà benefici diretti al settore agricolo, ma nel medio-lungo periodo sicuramente sì, quantomeno per ragioni di marketing". Ne potrebbe avere di maggiori se vi fosse, per esempio, una migliore integrazione tra la filiera agricola e quella turistica. Intanto può raccogliere buoni frutti chi fa attività fieristica: "Per noi - aggiunge Denaro - cambia la prospettiva: prima eravamo una fiera di rilevanza locale, ora invece possiamo pensare a qualcosa di diverso. La fiera può essere un riferimento per i mercati dell'Est e del Nord Africa e aiutare il sistema locale".
Fonte: Il Sole 24 Ore