I RICERCATORI DEL CRA SVILUPPANO LA MORFOMETRIA D'IMMAGINE PER DEFINIRE LA QUALITA' DELL’ORTOFRUTTA

I RICERCATORI DEL CRA SVILUPPANO LA MORFOMETRIA D'IMMAGINE PER DEFINIRE LA QUALITA' DELL’ORTOFRUTTA
Un’equazione matematica definisce la qualità dei prodotti agro-alimentari. Come? Misurandone la forma esterna. Applicando un algoritmo al settore agricolo, i ricercatori dell’Unità di Ricerca per l’Ingegneria Agraria del Cra-Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura di Monterotondo (Cra-Ing), riescono a qualificare prodotti come la frutta o il pesce da un punto di vista qualitativo.
Si chiama morfometria d’immagine e le prime pubblicazioni e l’implementazione del sistema sono state effettuate dal gruppo di lavoro del Laboratorio per le applicazioni di tecniche e tecnologie biofotoniche (AgriTechLab), diretto dal tecnologo Paolo Menesatti e dal ricercatore Corrado Costa.
“I descrittori di Fourier, che servono a sintetizzare la forma di un contorno, sono esistenti già dagli anni ottanta - ha spiegato a ItaliaOggi Corrado Costa - ma l’applicazione al settore agroalimentare l’abbiamo sperimentata noi”.
Il sistema prevede la misurazione della forma esterna dei prodotti tramite un’equazione matematica, risultato di una combinazione tra analisi delle immagini digitali e complessi algoritmi matematici e statistici, resi semplici nell’applicazione da specifici software applicativi. Gli utilizzi sono diversi, sottolinea Costa: “Prendiamo, ad esempio, una Dop come la Nocciola tonda gentile romana (nella foto). Noi analizzandone vari campioni, siamo in grado di dire quale partita sia corrispondente alla nocciola Dop e quale no. E questo - prosegue Costa - in base a un’equazione che utilizza dei descrittori della forma che consentono di dire se il prodotto è vero o no. Facciamo lo stesso lavoro con il pesce o anche con il riso. In base alla forma del prodotto possiamo individuarne la rispondenza agli standard richiesti dai prodotti di qualità”.
Attraverso quelle che vengono chiamate tecniche di modellamento, i ricercatori possono individuare forme anomale dei prodotti e definire eventuali patologie o la conformità agli standard dei prodotti di qualità come Dop e Igp. Il sistema permette una più efficiente selezione qualitativa dei prodotti anche con leggeri difetti che, al di là dell’aspetto estetico, sono spesso legati a danni interni o alla scarsa qualità complessiva. “Spesso poi le informazioni sulla forma vengono associate a quelle della consistenza o del colore, specialmente nel campo ortofrutticolo in cui il parametro della colorazione è un valore aggiunto”, conclude Costa. Ciò significa, per esempio, che i ricercatori potranno facilmente valutare quanto è rossa una mela e/o quanto è succosa.

Fonte: Italia Oggi