SARDEGNA, SI AVVICINA L'ORA DELLA RACCOLTA DEI CARCIOFI MA LA PRODUZIONE È IN CALO

SARDEGNA, SI AVVICINA L'ORA DELLA RACCOLTA DEI CARCIOFI MA LA PRODUZIONE È IN CALO
La campagna del carciofo è alle porte. I produttori si stanno preparando alla raccolta, ma anche quest'anno il clima è stato problematico. "Abbiamo assistito, soprattutto nell'ultimo periodo, a intervalli di caldo e freddo: un andamento che di certo non favorisce la graduale maturazione della pianta", commenta Priamo Picci, produttore del Medio Campidano e vicepresidente di Coldiretti Cagliari. Il risultato è che la produzione è prevista in calo per il 2013.
Sul fronte dei prezzi le prospettive sono ancora incerte: "Quello che speriamo è vedere una leggera crescita, anche perché nel 2012 abbiamo assistito a una flessione dello spinoso e anche del romanesco", aggiunge Picci. "Tutto ciò, però, dipenderà dalle quantità effettive raccolte e soprattutto dalla qualità". Spuntare un prezzo più alto significa poter far fronte alle crescenti spese di gestione e trasporto. "Nel 2012 - sottolinea il produttore del Medio Campidano - c'è stato un aggravio di costi calcolabile almeno in un 10%, dovuto in primo luogo all'aumento del gasolio e degli imballaggi".
In Sardegna, sono 12mila gli ettari dedicati alla coltivazione del carciofo, per una produzione di 420 milioni di pezzi l'anno (circa settemila piante per ettaro) per un giro d'affari superiore ai 10 milioni di euro. I prodotti di punta sono il carciofo spinoso, la varietà thema (senza spine), il romanesco e il violetto (soprattutto a Samassi). "Nel 2013, però, a parità di ettari coltivati la produzione dovrebbe risultare in calo", conferma anche Piergiorgio Matta, titolare della Sid Babay, società con sede nel Sulcis, promotore della prima rete di imprese per la produzione, trasformazione e commercializzazione del carciofo in Sardegna.
In ogni caso, secondo Matta, il vero problema resta la commercializzazione. "In questi anni, siamo stati costretti a subire una decadenza del prezzo che non ha una logica - osserva il produttore -. La rete che abbiamo costruito, Cynara lqnusa, punta a una ristrutturazione di tipo commerciale del settore, mettendo insieme il nord e il sud della Sardegna e puntando così sui nostri mercati di destinazione, il Nord Italia, l'Emilia e la Toscana".
Secondo il produttore del Sulcis, l'organizzazione di vendita, se migliorata, può dare ottimi risultati soprattutto nella media distribuzione. E può essere d'aiuto anche per contrastare la concorrenza che, conclude Picci, "arriva dalla Spagna, dalla Francia e soprattutto dall'Egitto". Il Nord Africa, lamenta infine Picci "ha un costo del lavoro cento volte inferiore rispetto a quello italiano. Se vogliamo rimanere sul mercato, l'unica risposta è quella della qualità".

Fonte: L'Unione Sarda