FRUTTA SECCA, UN COMPARTO CHE HA ANCORA MOLTO MARGINE PER CRESCERE ...CON ALESSANDRO ANNIBALI - PRESIDENTE NEW FACTOR

FRUTTA SECCA, UN COMPARTO CHE HA ANCORA MOLTO MARGINE PER CRESCERE ...CON ALESSANDRO ANNIBALI - PRESIDENTE NEW FACTOR
Marzocchi - New Factor, azienda specializzata nel comparto della frutta secca, da anni investe nella qualità delle materie prime, nell'innovazione e nella ricerca. Quale bilancio può fornirci della vostra attività in Italia e nei mercati esteri? Quali i prossimi investimenti?

Annibali - New Factor è tra le principali realtà italiane nel comparto frutta secca a guscio e sgusciata, naturale o tostata. Il nostro fatturato export si aggira attorno al 10%, con presenza nell'Europa centro meridionale (Romania, Slovenia, Croazia, Bosnia...) oltre a Svizzera, Germania Austria e Francia.
New Factor da diversi anni cresce in termini di fatturato (32 Mil/€ quest'anno contro i 28,4 del 2012), ma soprattutto in termini di prodotto a Marchio proprio (Mister Nut) e di terzi (Coop, Auchan, Billa, Metro, Pam Tuo e altri ancora). I motivi di tale crescita sono principalmente da attribuire alla continua ricerca della massima qualità andando a individuare direttamente nei paesi di origine (California, Texas, Argentina, Brasile, Egitto, Turchia, Cina, Thailandia) i più importanti produttori leader di mercato. Inoltre, continui investimenti in Ricerca e Sviluppo e in Qualità (5 addetti aziendali e tutte le maggiori certificazioni quali la Iso 9.000, B.R.C., I.F.S., Biologico) ci permettono di innovare fortemente un comparto, quello della frutta secca, di per sé assai maturo e poco innovativo. Oltre a continui investimenti aziendali in avanzatissime tecnologie per la selezione, pulizia e la selezione delle nostre Materie Prime con selezionatrici ottiche a raggi X, al Laser e con la Risonanza Magnetica, New Factor investe moltissimo in formazione per la continua crescita professionale dei propri addetti che al momento sono circa 100.
Nel 2014 verrà installato un nuovissimo programma di Business Intelligence della Microsoft per la gestione integrata di tutti i reparti aziendali ed un nuovissimo sistema automatico di accumulo ed avvolgimento dei pallets per lo stoccaggio a magazzino prima delle consegne.
Non ultimi i considerevoli investimenti fatti assieme all'Azienda Agricola San Martino, anch'essa di proprietà della famiglia Annibali. Stiamo portando avanti nella nostra regione, per lo sviluppo della Moderna Coltivazione del Noce da Frutto, un sistema altamente meccanizzato, irriguo e integrato verticalmente con New Factor. Ad oggi il Progetto Noci Terre di Romagna conta 100 ettari impiantati e nei prossimi tre anni si prevede la messa a coltura di ulteriori 200 ettari di noceto per arrivare in 5 anni a 300 ettari impiantati.



Nella foto: Lo stabilimento di New Factor


Nella foto: Alcuni prodotti commercilizzati a marchio Mister Nut


Marzocchi - Il noce, quindi, sta riconquistando nuova visibilità ed il progetto Noce di Romagna va proprio in questa direzione. Secondo lei quali sono le prospettive future in Italia per questa coltura e più in generale qual è il margine di crescita nel nostro paese? Quali investimenti servono per dare concrete possibilità di sviluppo alla coltura?

Annibali - In Italia si consumano 50.000 tons di Noci in guscio e se ne producono solo 15.000 di cui 12.000 a Sorrento, una varietà poco produttiva e di piccolo calibro, poco interessante per il Trade. In Europa se ne consumano 500.000 e la produzione è di 30.000 tons. Si capisce quindi come il Noce sia una voce deficitaria sia in Italia che in Europa. I principali paesi da cui importiamo noci sono la California (per l'80%), il Cile e l'Argentina e da qualche anno l'Australia. L'Italia centro settentrionale ed in particolare la nostra regione (Emilia Romagna, ndr) sono particolarmente vocati alla coltura del Noce da Frutto, così come si può capire facendo un giro per le nostre campagne dove in ogni casa regna un albero di Noce. Niente a che vedere, tuttavia, con il noce da legno. La Nocicoltura moderna richiede ampie disponibilità di terreni sciolti, ben drenanti e con grande disponibilità di acqua ed una meccanizzazione esasperata. Solo con queste 3 specificità si possono raggiungere ottimi risultati: è quindi una coltura moderna, capital intensive, piuttosto complicata da gestire, ma con ottimi ritorni sull'investimento che si aggira a circa €20.000/Ettaro, oltre al terreno che in Italia sappiamo non essere certo a buon mercato.


Nella foto: Il noceto dell'azienda Agricola San Martino


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