LE PROSPETTIVE DELLE PERE MADE IN ITALY NEGLI USA ... CON STEFANO SOLI - DIRETTORE MARKETING ALEGRA

LE PROSPETTIVE DELLE PERE MADE IN ITALY NEGLI USA ... CON STEFANO SOLI - DIRETTORE MARKETING ALEGRA
Marzocchi - Direttore, dopo un 2012 particolarmente difficile la campagne delle pere 2013/14 sta partendo. Qual è l'andamento produttivo che emerge quest'anno? Come stanno andando le quotazioni?

Soli – La stagione delle pere 2013/14 è contrassegnata da volumi in crescita rispetto all'anno scorso, anche se complessivamente inferiori alle nostre aspettative iniziali. Da un punto di vista qualitativo siamo soddisfatti soprattutto del prodotto di prima categoria nonostante purtroppo la presenza, in alcune zone, di importanti quantità di prodotto grandinato a causa delle avverse condizioni meteorologiche della primavera-estate.
Finora però possiamo dire che la domanda sta andando piuttosto a rilento, in un mercato ancora abbastanza fermo. I prezzi, per ora, sono in ulteriore ridimensionamento rispetto alle indicazioni di inizio stagione. Nello specifico, rileviamo un andamento migliore per i prodotti di grosso calibro, al contrario invece del prodotto di piccolo calibro che risulta più penalizzato.
Una grande incognita per il futuro della campagna di commercializzazione, soprattutto nei primi mesi del prossimo anno, è rappresentata dai problemi che potranno nascere nella lunga conservazione a causa del divieto di utilizzo del trattamento post-raccolta.

Marzocchi – Venendo agli aspetti prettamente commerciali come vi state muovendo sul mercato interno e su quelli esteri?

Soli – Nella prima fase della campagna commerciale in generale abbiamo incontrato qualche problema di prezzo e di consumi soprattutto perché il prodotto è arrivato sui mercati ancora impegnati dalla frutta estiva venduta a prezzi molto competitivi. Il mercato Italiano da anni è ormai diviso tra nord e sud, con un sud Italia caratterizzato soprattutto da vendite di prodotto alla rinfusa "in natura", e di seconda qualità, nel canale tradizionale che sta condizionando negativamente a causa della crisi anche il canale della GDO, con un aumento delle richieste di prodotto cosiddette di "primo prezzo", mentre al nord Italia, pur con alcuni distinguo, si conferma la richiesta di prodotto di qualità sia per il canale tradizionale che per la GDO. Per le prossime settimane confidiamo in un avvio più deciso delle vendite grazie all'arrivo di temperature più autunnali ma ritengo che la campagna sarà fortemente condizionata sia dall' incremento della pressione promozionale sul comparto che, soprattutto, dal posizionamento in vendita più alto rispetto ad altri prodotti direttamente concorrenti, quali ad esempio le mele. Per quanto riguarda l'export, a fronte dell'incremento delle quantità destinate ai paesi dell'est europeo, in questa stagione si farà sentire soprattutto nei paesi del nord Europa la forte concorrenza delle pere provenienti dal Belgio e dall'Olanda, che seppur di qualità inferiore, hanno quotazioni più basse.

Marzocchi - Guardano verso i mercati oltreoceano quali sono le prospettive delle pere made in Italy negli Usa?

Soli - Le prospettive commerciali per le pere italiane, per le Abate in particolare, da quest'anno si sono ampliate grazie all'apertura del mercato con gli Stati Uniti, ma è ancora decisamente prematuro fare bilanci di questa prima piccola esperienza. Stiamo ancora prendendo confidenza con un mercato completamente nuovo, ma alcune brevi considerazioni si possono già fare.
Innanzitutto la necessità di far conoscere il prodotto attraverso azioni di comunicazione e marketing mirate in collaborazione con i principali importatori statunitensi e soprattutto uniformare l'offerta di prodotto dalle diverse aziende esportatrici italiane sia per qualità, calibro, forma e rugginosità della pera, che di packaging, dimensione e peso degli imballaggi utilizzati. La competizione con le pere locali appare già molto difficile sia in termini di standardizzazione qualitativa dell'offerta che di presentazione e soprattutto di posizionamento di prezzo più basso rispetto alle nostre aspettative relative all'Abate.
I primi riscontri del mercato indicano una preferenza per un prodotto di qualità e di grosso calibro ed uno scarso interesse per le pere di piccolo calibro. Le prospettive di questo importante mercato sono strettamente legate agli investimenti promozionali per far conoscere le ottime caratteristiche della regina delle pere italiane e differenziarla sul mercato con un posizionamento consono ad una delle eccellenze della offerta ortofrutticola nazionale.
In conclusione dal mio punto di vista siamo solo all'inizio di un percorso che potrà dare soddisfazioni solo ed esclusivamente se saremo in grado di affrontarlo con la giusta strategia di marketing e promozionale dimostrando, con una grande prova di maturità commerciale, che mercati di questa importanza si possono affrontare solo con la capacità di fare sistema e gioco di squadra.


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