CARCIOFO ROMANESCO, BUONE QUOTAZIONI PER IL FIORE DELL'AGRO PONTINO

CARCIOFO ROMANESCO, BUONE QUOTAZIONI PER IL FIORE DELL'AGRO PONTINO
Il carciofo Romanesco del Lazio è un prodotto Doc (dal 2001) e Igp (dal 2002), diffuso nella terra del Cynara a pochi chilometri a sud di Roma, intorno a Sezze. Lungo le strade che attraversano l'Agro Pontino ci sono circa 120 ettari di coltivazioni di Cynara cardunculus, varierà romanesco, una delle oltre 50 varietà nazionali.
Più di 30 anni fa le coltivazioni erano molto più ampie, 800 ettari circa, ma nell'ultimo periodo soprattutto la concorrenza dei carciofi nordafricani ha messo in ginocchio molti produttori. "Prima della rivoluzione arrivavano da Egitto e Marocco a prezzi molto più bassi dei nostri, perché lì la manodopera costa poco" sottolinea Ascenzo Bottoni, coltivatore diretto.
A lungo l'import di "imitazioni" provenienti dal Nord Africa ha drogato il mercato – ad esempio nel 2007 i prezzi scesero a 20 centesimi al pezzo – ma da un paio d'anni il carciofo romano si sta prendendo la sua rivincita. Aumentano i prezzi, spinti dalla domanda di qualità garantita, i consumatori sono attenti all'origine del prodotto riconoscibile dal marchio Igp, un ovale con al centro la sagoma del Cynara. All'ingrosso "si vende tra i 30 centesimi (il bracciolo che è il secondo stacco) e i 70 centesimi (il cimarolo, il primo fiore in alto) a pezzo" afferma Bottoni.
Oggi nelle piane dell'Agro Pontino si raccolgono circa 20 milioni di capolini (carciofi e carciofini), il 70% dei quali sono i grossi fiori del cynara, un mercato da 12 milioni di euro all'anno.

Fonte: Corriere della Sera