FILIPPO ONGARO: PIRAMIDE ALIMENTARE DA RIPENSARE, VA PRIVILEGIATO IL CIBO PIÙ SANO E “AFFINE” AL DNA

FILIPPO ONGARO: PIRAMIDE ALIMENTARE DA RIPENSARE, VA PRIVILEGIATO IL CIBO PIÙ SANO E “AFFINE” AL DNA
La piramide alimentare non rispecchia le esigenze alimentari dei consumatori del XXI secolo e va ripensata, riducendo l'assunzione di cereali e lasciando più spazio a frutta e verdura, vera e propria "ancora di salvezza" non solo per la salute ma anche per l'economia: se tutti gli americani consumassero cinque porzioni di ortofrutta al giorno, le casse sanitarie degli States risparmierebbero qualcosa come 56 miliardi di dollari l'anno.
Ma mentre Oltreoceano se ne stanno accorgendo - basti pensare alle iniziative della first lady Michelle Obama a favore di una corretta alimentazione - la stessa sensibilità non sembra invece, in generale, aver permeato la patria della dieta mediterranea, con la conseguenza che il cibo "cattivo", in Italia, gode di maggior popolarità rispetto agli alimenti salubri e l'incidenza di malattie come obesità e diabete si conferma purtroppo molto elevata.
Concetti incisivi e degni di attenta riflessione quelli espressi da Filippo Ongaro (nutrizionista già medico degli astronauti all'Agenzia spaziale europea, Direttore Scientifico dell'Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging ISMERIAN di Treviso, conduttore televisivo e scrittore di successo) in occasione della presentazione del 14° rapporto Mercati Frutta & Verdura 2013 realizzato da Agroter per MARK UP Sole 24Ore (cfr. Italiafruit 13 Dicembre 2013).
Nei suoi libri, Ongaro parla di Nutrigenomica (la scienza multidisciplinare che studia l'interazione tra la nutrizione e il DNA, spiegando come il cibo influenzi i geni) e Discordanza evolutiva (quando, cioè, l'ambiente in cui una specie si è evoluta cambia a velocità superiore rispetto alla capacità genetica di adattamento): "Il 72% delle calorie ingerite dall'uomo deriva dai cibi che in passato non avrebbe mai affrontato e ciò causa una significativa escalation dell'insorgere delle malattie", ha spiegato Ongaro all'attenta e folta platea intervenuta all'evento milanese.



Il nostro Dna, secondo il medico e nutrizionista veneto, non prevede l'abbondanza né tantomeno le elaborazioni industriali dei cibi, tipiche della nostra epoca. La soluzione è di ripristinare questo equilibrio attraverso il cibo che ingeriamo, che deve essere meno abbondante, ma soprattutto "biologicamente adatto".
E poi, appunto, c'è la necessità di scalfire, o meglio rivedere, convinzioni radicate ormai non più corrette: la piramide alimentare tradizionale, oltre a non tenere in considerazione età ed eventuale attività fisica, è oggi inidonea a garantire una dieta corretta; in quella "nutrigenomica" consigliata dal metodo di Ongaro gli alimenti principali (quindi nella parte bassa) sono i cereali, ma solo quelli integrali e la verdura, seguiti da frutta, noci, legumi, pesce e carni bianche, uova. Nella parte alta della piramide, da ingerire quindi con moderazione, le carni rosse, il riso e la pasta non integrali.


Filippo Ongaro (a destra) e Andrea Lucchetta sul palco mentre assaggiano un piatto preparato dallo Chef Filippo La Mantia


"Bisogna avere il coraggio di essere 'cattivi', ossia di dire senza mezzi termini che ci sono cose più sane di altre: più i cibi sono vicini alla loro origine, meno sono elaborati, e più sono digeribili", ha tuonato Ongaro. "Non dimentichiamoci che il nostro Dna è lo stesso di 150 mila anni fa, e ciò ha un peso non indifferente".
Ongaro e Roberto Della Casa di Agroter hanno ricordato che, stando alle rilevazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità, mangiare frutta e verdura nelle giuste dosi consentirebbe di salvare 2,7 milioni di persone da morte per cattiva nutrizione. Non solo: nel 1997, l'Istituto europeo per la salute pubblica aveva quantificato che il peso delle malattie determinato da basso consumo di ortofrutta è il 3,5% del totale. Da allora, la situazione non è molto migliorata e il "cattivo mangiare" continua a fare la "voce grossa". (m.a.)

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