RADICCHIO DI VERONA IGP, IL “MODELLO TREVISO” ALLA BASE DEL RILANCIO

RADICCHIO DI VERONA IGP, IL “MODELLO TREVISO” ALLA BASE DEL RILANCIO
E’scattata l’operazione rilancio per il radicchio di Verona. Ieri, in occasione della giornata inaugurale della 18ma edizione della fiera del Radicchio di Verona in corso a Roveredo di Guà, si è svolto nel tardo pomeriggio il convegno "Come rilanciare un prodotto straordinario: il Radicchio di Verona I.G.P.”, caratterizzato dagli interventi del presidente del neonato Consorzio di tutela dell’ortaggio scaligero Cristiana Furiani e del leader del Consorzio del radicchio di Treviso-Castelfranco Paolo Manzan. Insieme a loro, sul palco, l’agronomo Dario Azzolini, responsabile qualità Op Geofur, il docente Paolo Sambo, dell’Università di Padova e vari amministratori locali.
Dal 2007 al 2012, ha spiegato Furiani, la superficie dedicata al radicchio veronese è scivolata da 1.200 a 970 ettari; una flessione significativa che però, ha aggiunto, grazie al volano Igp potrà essere tamponata a patto di fare gioco di squadra e credere nelle potenzialità consortili. Furiani (nella foto sottostante) ha portato a testimonianza i risultati ottenuti dalla propria azienda, la Geofur che scommettendo sul “Verona” nell’arco di tre anni ha triplicato le vendite. 



La presidente ha concluso lanciando un appello agli imprenditori agricoli dei circa 60 Comuni “abbracciati” dall’Igp, rientranti anche nelle province di Padova e Vicenza, ad aderire al progetto; al momento sono 130 gli ettari certificati. 
Dario Azzolini ha quindi illustrato l’iter per conseguire la certificazione entrando nel dettaglio del Disciplinare che impone dei distinguo tra “precoce” e “tardivo”, mentre Paolo Manzan ha portato all’attenzione della folta platea le strategie adottate dal Consorzio del radicchio di Treviso e Castelfranco nella sua lunga storia: un cammino iniziato facendo leva su una produzione di 2000 tonnellate nel 1998, cresciute esponenzialmente sino a toccare quota 20.000 tonnellate nel 2013.  Insieme ai raccolti sono decollati anche i prezzi medi alla produzione, passati  in questi 15 anni da 2 a 2,80 euro e la produzione lorda vendibile, balzata da 4 milioni di euro a 56 . 



Manzan ha fatto riferimento all’importanza della biodiversità, alla scelta di valorizzare l’“oro rosso” mediante adeguate campagne di comunicazione e promozione, ma anche all’impegno per sviluppare il business su nuovi mercati. 
Tutte iniziative rese possibili, ha concluso, grazie all’esistenza di un unico, forte organismo di riferimento capace oltretutto di fungere da collettore dei finanziamenti locali, nazionali e soprattutto comunitari. 
Nel suo intervento Paolo Sambo ha invece proposto un paio di interessanti spunti di natura “salutistica” da cui trarre spunto per valorizzare l’ortaggio oggetto del convegno: il radicchio, ha affermato, vanta un contenuto di vitamina C doppio rispetto al succo d'arancia e ha inoltre un alto contenuto di potassio e sostanze antiossidanti. Insomma, ha commentato, “un'insalata al giorno può togliere il medico di torno”.  
E le istituzioni come vedono l’avventura dell’Igp veronese? Apparentemente entusiasta l’appoggio delle amministrazioni comunali e provinciali, mentre Davide Bendinelli, presidente della Commissione agricoltura della Regione Veneto, ha sottolineato l’importanza di legare i prodotti tipici al turismo per incrementare le occasioni di consumo e valorizzare il territorio. 

Mirko Aldinucci
Editor