CILE, GLI SCIOPERI AL PORTO DI SAN ANTONIO LIMITANO L’EXPORT DI FRUTTA

CILE, GLI SCIOPERI AL PORTO DI SAN ANTONIO LIMITANO L’EXPORT DI FRUTTA
L’associazione degli esportatori di frutta del Cile, Asoex, ha chiesto che si raggiunga nel più breve tempo possibile una accordo per interrompere gli scioperi in corso presso il porto di San Antonio.
Il presidente dell’associazione Ronald Bown ha riferito che il settore nazionale delle esportazioni di ortofrutta si trova ad affrontare una situazione “catastrofica ed insostenibile” a causa degli scioperi dei lavoratori portuali, che da molto tempo richiedono al governo migliori condizioni di lavoro.
Nella prima settimana di gennaio, le spedizioni di frutta cilena hanno registrato una riduzione, su base annua, pari al 28%: in totale, sono stati esportati 1,6 milioni di cartoni per un valore FOB (free on board) di 24 milioni di dollari. Su tale performance ha influito, in particolare, il blocco dell’attività nel porto di San Antonio, particolarmente attivo negli scambi di ortofrutta con l’Europa.
Con la stagione commerciale dei mirtilli che è entrata nel vivo, Bown ha indicato che le perdite collegate agli scioperi potrebbero raggiungere centinaia di milioni di dollari. “Per i mirtilli - rileva il presidente - stiamo parlando di circa 400 milioni di dollari che andremo a perdere in un paio di settimane; pertanto, crediamo che si debba trovare immediatamente una soluzione”. Tra l’altro, quest’anno la situazione per i mirtilli cileni è appesantita per il fatto che il  Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti d'America (USDA) ha imposto controlli fitosanitari più rigidi rispetto al normale. (d.b.)    

Fonte: Eurofruit